La Nuova Sardegna

Nuoro

L’arte del fare nei laboratori organizzati dalle donne del Cif

Sono in tutto una decina. Un esercito di volontarie continua a mantenere vive le tradizioni di Borore. Dal 2006 le donne del Cif (Centro Italiano Femminile), collaborano attivamente col Museo. Grazie...

16 marzo 2018
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Sono in tutto una decina. Un esercito di volontarie continua a mantenere vive le tradizioni di Borore. Dal 2006 le donne del Cif (Centro Italiano Femminile), collaborano attivamente col Museo. Grazie al loro sapere, trasformano acqua, farina e semola di grano duro in pane. Con la manualità creano forme che rimandano a tempi lontani. Ormai da dodici anni, organizzano i laboratori per i visitatori del Museo. Insegnano quello che hanno imparato dalle loro mamme e dalle loro nonne. Mostrano come ingredienti semplici possano dar vita ai pani più caratteristici di Borore e non solo. Tra i più apprezzati c’è quello “A tres melas” o delle “Tre Marie”. Un pane le cui punte rialzate simboleggiano la Trinità. Altra forma tipica è quella della “Esse” che richiama la biscia, protettrice dell’acqua. Ci sono poi i cuori simbolo dell’amore, le colombe e le pavoncelle sinonimo di fedeltà coniugale. Ognuna di queste creazioni viene realizzata a mano sotto l’attenta supervisione di Beatrice Contini. L’instancabile novantenne ha svelato alle sue allieve i segreti di quest’arte unica. «Avevo 6 anni la prima volta che mia madre mi ha portato con sé al lavoro. Realizzava il pane rituali per le cerimonia di nozze. A volte ci volevano giornate intere per terminare il tutto» ricorda la signora Beatrice. Una volta sposata abbandonò questa pratica fino al giugno del 2006 quando il Museo di Borore venne inaugurato e le venne chiesto di collaborare. Lei accettò e da allora non si è più fermata. (a.p.)

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