La Nuova Sardegna

Nuoro

Scontro mortale, non fu colpa del turista

Scontro mortale, non fu colpa del turista

Archiviata la posizione dell’automobilista tedesco: non provocò la tragedia dei fidanzati Isabella Saba e Checco Puggioni 

16 marzo 2018
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NUORO. Non luogo a procedere. Questo ha stabilito il gup di Nuoro Mauro Pusceddu nell’udienza a carico del turista tedesco Andreas Cornelissen, coinvolto nell’inchiesta aperta in seguito all’incidente mortale nel quale, il 2 giugno del 2015, erano morti i due fidanzati Francesco, Checco, Puggioni, originario di Torpè ma residente a Nuoro, e Isabella Saba, di Bitti.

Nessun processo dunque per l’autista della Bmw che, in quel tragico giorno di inizio estate, si scontrò violentemente con la potente moto sulla quale viaggiavano i due giovani. Il giudice, ieri mattina, dopo aver sentito i tre consulenti incaricati di accertare le dinamiche dell’incidente stradale avvenuto sulla Cala Liberotto -Orosei, ha poi disposto di inviare gli atti alla Procura affinché verifichi la posizione del conducente dell’altra moto rimasta coinvolta nell’incidente, Giuseppe Pellegrini. Una vicenda complessa che si è conclusa positivamente, almeno per il turista tedesco.

Nell’ottobre del 2016 la Procura di Nuoro, a un anno dall’apertura dell’inchiesta per duplice omicidio colposo seguita all’incidente, aveva chiesto che il procedimento nei confronti dell’indagato, difeso dall’avvocato Adriano Sollai, venisse archiviato. L’avvocato Lara Sini, che tutela i familiari di Puggioni (che si sono costituiti parte civile), si era opposta con forza all’archiviazione. Il giudice, in quell’occasione aveva deciso di non archiviare la posizione dell’indagato, e anzi di disporne l’imputazione coatta. Con la stessa ordinanza il giudice aveva anche disposto un’integrazione probatoria: aveva chiesto di sentire due motociclisti nuoresi, Giuseppe Pellegrini e il figlio adolescente, che quel giorno erano finiti anche loro contro la Bmw di Cornelissen e che avevano riportato gravi lesioni. Il procedimento ha fatto il suo corso sino al pronunciamento di ieri mattina.

Il tragico incidente era avvenuto il 2 giugno 2015. L’Honda 1000 guidata da Checco Puggioni sfrecciava sull’Orientale sarda, lungo il rettilineo che da Cala Liberotto porta a Orosei. Era il tardo pomeriggio, quando, nel rettilineo di Nuratzolu, a pochi chilometri dalla curve di Muriè, la moto guidata da Checco Puggioni, intenta in un lungo sorpasso si era trovata la strada sbarrata all’improvviso da una Bmw che stava svoltando a sinistra su una delle tante stradine di penetrazione agraria. L’impatto con la vettura era stato tremendo: i due fidanzati che stavano insieme da un anno e condividevano la passione per le moto, erano morti sul colpo. A Nuoro un lunghissimo corteo di motociclisti, compagni di tante avventure nelle strade della Sardegna, aveva accompagnato il feretro di Checco Puggioni. Nel paese di Isabella Saba, Bitti, a dare l’ultimo saluto alla donna, assieme ai due figli e ai familiari c’era l’intero paese. Due comunità accomunate da un unico dolore e dal ricordo. (g.f.)



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