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Rito abbreviato per l’operaio che coltivava canapa a Orune

TALANA. Era in carcere dalla scorsa estate quando era stato sorpreso all’interno di una vasta piantagione di marjiuana nel territorio di Orune. Ieri Piero Mesina, operaio di 35 anni di Talana, è...

21 marzo 2018
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TALANA. Era in carcere dalla scorsa estate quando era stato sorpreso all’interno di una vasta piantagione di marjiuana nel territorio di Orune. Ieri Piero Mesina, operaio di 35 anni di Talana, è comparso davanti al gip di Nuoro Claudio Cozzella. L’uomo difeso dall’avvocato Giovanna Serra ha chiesto di venire processato con il rito abbreviato, opzione concessa dal giudice che ha aggiornato il processo al 24 aprile. Mesina ha riguadagnato la libertà: il gip accogliendo l’istanza del legale ha ritenuto che non sussistessero più i presupposti per una sua permanenza in carcere. L’arresto del talanese risale allo scorso 17 luglio quando i carabinieri del reparto squadriglie del comando provinciale di Nuoro individuarono una estesa piantagione di marjiuana, in località Su Puleu a Orune. Le piantine, messe a dimora in un rocciaio preventivamente spianato, venivano innaffiate con un impianto di irrigazione appositamente predisposto. I militari dell'Arma in quell’occasione sequestrarono 3.400 piante di marjiuana, del tipo "Nana", che ha dei tempi di maturazione più ridotti rispetto alla pianta comune, ottenendo quindi in tempi rapidi lo stupefacente dopo l'essiccazione. Mesina, con precedenti penali, venne sorpreso nella piantagione. L'uomo avrebbe accennato a fuggire, tentativo immediatamente sventato dai carabinieri. Lo stupefacente, circa 600 chilogrammi, avrebbe fruttato sul mercato dello spaccio circa un milione di euro. (l.u.)

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