La Nuova Sardegna

Nuoro

nuovo giudizio sul caso buglione 

Sequestro lampo, il pm chiede 18 anni per Scanu e Boccoli

di Luca Urgu

NUORO. Erano stati già condannati in primo e secondo grado dalla Corte d’assise d’appello di Napoli a 28 e 26 anni per il sequestro a scopo di estorsione del re della vigilanza campana Antonio...

23 marzo 2018
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NUORO. Erano stati già condannati in primo e secondo grado dalla Corte d’assise d’appello di Napoli a 28 e 26 anni per il sequestro a scopo di estorsione del re della vigilanza campana Antonio Buglione. Poi la Cassazione, che aveva annullato le sentenze senza rinvio, stabilì che occorreva rifare i processi da capo ripartendo dall’udienza preliminare. E proprio dal gup il processo per il bittese Pasquale Scanu, 40 anni, e per Giuseppe Boccoli, 35 anni di Siniscola, si è impantanato più volte. Salvo da qui ripartire – ma ancora una volta con un giudice diverso – nei mesi scorsi. Ieri davanti al giudice delle udienze preliminari del tribunale del capoluogo campano (competente territorialmente perché il sequestro lampo avvenne nel settembre del 2010) si è conclusa la discussione con il rito abbreviato. Il pm Gianfranco Scarfò della Direzione distrettuale antimafia ha sollecitato una nuova condanna per i due imputati – assistiti dagli avvocati Potito Flagella e Paolo D'Ambrosio – chiedendo 18 anni e 6 mesi per Scanu e 17 anni e 2 mesi per il suo presunto complice. Una condanna sollecitata ieri nella tarda mattinata dalla parti civili, ovvero dal legale con il quale Buglione si è fatto rappresentare nel processo. Di tutt’altro avviso invece i legali dei due imputati che hanno concluso la loro arringa con la richiesta di assoluzione per di Scanu e Boccoli e in un subordine sul riconoscimento della lieve entità, dato che l’uomo rimase per poche ore nelle mani dei presunti rapitori. Insomma la difesa, come è stato fatto in altre occasioni, ha evidenziato tutte le anomalie di una vicenda. Ponendo seri dubbi sia sulla stessa esistenza del sequestro che sulla sua finalità, ma anche insistendo su una serie di episodi quantomeno anomali avvenuti dopo la liberazione di Antonio Buglione.

Al termine della discussione il giudice ha aggiornato le parti all’udienza del prossimo 9 aprile quando comunicherà la sua decisione. A Scanu e Boccoli viene contestato sia il reato di sequestro a scopo di estorsione che di tentata estorsione avvenuta nella fase successiva alla liberazione dell’uomo. Un processo quello davanti al gup di Napoli che i legali dei due sardi hanno cercato di portare via dalla Campania, ma invano. Due anni fa avevano chiesto il pronunciamento della Cassazione sollevando il legittimo sospetto. Ma la Suprema corte ha invece sostenuto che non ci fossero condizionamenti ambientali e che il processo di potesse tranquillamente svolgere a Napoli. Ora, sia Scanu (in carcere a Badu 'e Carros per evasione e armi e per una presunta partecipazione alla banda che assaltava i furgoni portavalori) sia Boccoli (libero ma con una restrizione che gli impone di non lasciare la provincia di Nuoro), attendono il verdetto del 9 aprile.

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