La Nuova Sardegna

BARISARDO. Proseguono le indagini dei carabinieri della stazione e della compagnia di Lanusei, comandata dal capitano Claudio Paparella, per cercare di riuscire a individuare l’autore (o, come pare più probabile, gli autori) dell’atto intimidatorio messo in atto, nella notte fra la vigilia e Pasqua, contro l’avvocato bariese Bruno Pilia, di 62 anni. Al quale sono giunti tantissimi attestati di solidarietà. Fra questi, quello del primo cittadino di Barisardo, Ivan Mameli, che ha condannato con forza l’avvertimento malavitoso. Non si sa se uno o più colpi di di fucile, caricato a pallettoni calibro 12, sono stati esplosi contro il muro della facciata principale della villetta di Bruno Pilia, , che si trova in una zona isolata, fuori dal centro abitato, a non molta distanza dal campo comunale di calcio. Sono stati 12 i pallettoni che si sono stampati nel muro della facciata principale. Il professionista, dalla serata era in casa, ma non si è accorto di nulla e non è stato stabilito con certezza a che siano entrati in azione i malviventi, con il chiaro intento di mandargli un pesante messaggio di stampo mafioso. L’avvocato Pilia si è reso conto dei colpi esplosi solo nella mattinata di Pasqua, quando stava uscendo di casa. Così come hanno confermato i militari dell’Arma nella nottata fra sabato e domenica nella zona c’era stato un forte vento e nessuno ha avvertito gli spari. L’abitazione del legale bariese si trova in una zona di campagna dove si sono poche altre case. Una volta dato l’allarme, per effettuare i rilievi, sono giunti i carabinieri della stazione costiera e della compagnia di Lanusei, per i rilievi. Sono subito intervenuti anche i militari delle due squadriglie di Arzana e Lanusei, per effettuare un rastrellamento in tutta la zona vicina alla casa dell’avvocato, con studi in paese e a Tortolì. (l.cu.)