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Accoltellò il padre: assolto perché incapace di intendere

di Enrico Carta
Accoltellò il padre: assolto perché incapace di intendere

MACOMER. Il figlio impugna un coltello e sferra un fendente contro il padre. Rischia di ucciderlo dopo aver sfiorato un polmone con la lama, ma dietro l’episodio c’è una storia di disagio psichico...

13 aprile 2018
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MACOMER. Il figlio impugna un coltello e sferra un fendente contro il padre. Rischia di ucciderlo dopo aver sfiorato un polmone con la lama, ma dietro l’episodio c’è una storia di disagio psichico acuito dall’uso di droghe. È per questo motivo che il giudice per le udienze preliminari Annie Cecile Pinello, di fronte alla quale si stava svolgendo il processo con rito abbreviato, ha deciso per l’assoluzione. Daniele Serra, ventunenne con diversi problemi di carattere mentale, è stato dichiarato incapace di intendere e volere e così non è condannabile. Per lui inizia ora un cammino molto difficile in una comunità che si occuperà del suo recupero ormai non più rinviabile.

Già coinvolto in episodi di maltrattamenti nei confronti della madre, nello scorso giugno aveva esploso la sua rabbia contro il padre Giovanni Carlo, autista dell’Arst sulla linea Macomer-Nuoro, il quale stava riposando dopo aver consumato un pasto. Colto di sorpresa dal fendente sferrato con un coltello lungo 22 centimetri, il genitore era stato poi condotto all’ospedale di Nuoro dov’era stato sottoposto a un intervento chirurgico. Fortunatamente la lama che trapassò la parte tra il collo e la clavicola si fermò poco prima di raggiungere il polmone. Un attimo dopo la coltellata, Daniele Serra scappò di casa, ma dopo poche ore fu arrestato e gli fu contestato il reato di tentato omicidio. Il processo unificato per i reati contro il padre e contro la madre ha messo in evidenza quel che già era emerso durante le indagini. Sottoposto a perizia psichiatrica su richiesta dell’avvocato difensore Luciano Rubattu, il ragazzo è risultato incapace di intendere. A quel punto la strada per l’assoluzione richiesta anche dal pubblico ministero era spianata, ma la difesa è andata oltre. Mentre l’accusa aveva chiesto che non si arrivasse a condanna per il reato di tentato omicidio, l’avvocato Luciano Rubattu ha insistito perché il reato venisse derubricato a in lesioni gravi. E così è stato.

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