La Nuova Sardegna

Nuoro

la storia del csc di macomer 

Cinquant’anni sul campo per la promozione culturale

Cinquant’anni sul campo per la promozione culturale

MACOMER. Era il 1967 quando la Cassa del Mezzogiorno, ente pubblico fondato a Roma nel 1950 per finanziare iniziative tese allo sviluppo economico del Meridione, istituì i Centri servizi culturali....

17 aprile 2018
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MACOMER. Era il 1967 quando la Cassa del Mezzogiorno, ente pubblico fondato a Roma nel 1950 per finanziare iniziative tese allo sviluppo economico del Meridione, istituì i Centri servizi culturali. Novanta in tutto, cinque dei quali in Sardegna: a Cagliari, Carbonia, Alghero, Oristano e Macomer (che per i primi due anni ebbe sede a Bosa). Il boom economico, la nascita del polo tessile della Tirsotex e di quello chimico di Ottana, resero il Marghine un territorio fiorente, ricco, appetibile. Da qui la scelta del trasferimento. L’obiettivo era quello di far sorgere i presidì in aree che avessero delle specificità. Chiusa la Cassa del Mezzogiorno, la Regione affidò la gestione dei Centri servizi culturali di Cagliari, Carbonia e Alghero alla società Umanitaria di Milano e quelli di Oristano e Macomer all’Unla di Roma.

L’Unione nazionale per la lotta contro l’analfabetismo è nata nel 1947. Inizialmente le sue attività furono finalizzate all’insegnamento della lingua italiana, sia scritta sia parlata. Con i suoi cinque mila libri il Centro divenne la prima biblioteca del territorio, punto di riferimento per gli abitanti di Marghine e Planargia. Giorno dopo giorno, il presidìo iniziò a promuovere diverse attività per garantire agli utenti una formazione culturale lunga tutta una vita. Spalancò le porte a piccoli e anziani, giovani e adulti. Laureati e non, professionisti e disoccupati, insegnanti e casalinghe, amministratori e allevatori: nessuno doveva sentirsi escluso. A nessuno doveva e poteva essere negata la possibilità di imparare cose nuove. Di scoprire luoghi e realtà diversi dai propri. Tutti dovevano sentirsi parte di uno stesso mondo: quello della conoscenza, libera e indipendente. Questo è stato e continua a essere uno dei capisaldi dell’Unla. Linfa vitale che alimenta il Centro è anche il dialogo. Deve essere continuo e stimolante, in grado di adattarsi al cambiamento dei tempi. Uno scambio reciproco di informazioni, un dare e un avere capace di arricchire gli interlocutori. Tra laboratori e seminari, proiezioni di film e cortometraggi, presentazioni di libri e reading, corsi di lingue e di musica, l’Unla di Macomer nel 2019 festeggerà il suo 50° anno. Anniversario importante per una realtà che in un territorio martoriato da crisi economica, spopolamento, dispersione scolastica e disoccupazione, è un’isola felice. Un luogo di approdo nel quale non esistono confini. Un posto in cui tutti sono uguali e dove la diversità unisce e non divide. (a.p.)

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