La Nuova Sardegna

Nuoro

Tra chupa chups e sughi per la pasta il boom della cannabis legale

Kety Sanna
Il titolare dello smart shop Giuseppe Canu (foto Massimo Locci)
Il titolare dello smart shop Giuseppe Canu (foto Massimo Locci)

Il negozio di via D’Azeglio a Nuoro è diventato un richiamo per ultra trentenni e tranquille signore di mezza età

17 aprile 2018
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NUORO. “Tatanka” proprio come bisonte in lingua lakota, è il nome dello “smart shop” aperto in città già da qualche anno. Sull’insegna c’è una sagoma con la foglia verde a sette punte e in vetrina l’elenco dei prodotti, tutti a base di canapa, che si possono trovare al suo interno. Il negozietto in via Massimo d’Azeglio, una viuzza in pieno centro, a pochi passi dal Corso Garibaldi, è il primo punto vendita in città dove è possibile acquistare sostanze psicoattive lecite, come la cannabis light, accessori, semi da collezione, prodotti alla canapa e gadget.

Il negozio perfettamente legale, sia chiaro, ha un vasto campionario (anche al limite del legale) ma come spiega Giuseppe Canu, il titolare «la normativa parla chiaro: le infiorescenze che vendiamo non possono essere utilizzate per scopi alimentari. La legge 242 del 2016 che rende possibili questi negozi, mette dei paletti, a partire dal valore del Thc, il principio attivo della cannabis che non deve superare lo 0,2 %. Per intenderci – aggiunge – la marijuana che vendiamo qui non “sballa” perchè non ha effetti psicoattivi ma crea rilassamento e facilita il sonno per la presenza del Cbd. Ovviamente questa merce (venduta in pacchetti come fosse tabacco, ndr), può essere ceduta solo a maggiorenni, non va fumata se non in maniera consapevole». Nel bancone, all’interno di vetrine chiuse, anche semi di cannabis indica e sativa, di quella illegale, e pure hashish: «Questi sono solo per collezionisti o per uso tecnico – continua il giovane di origini orunesi, da sempre agente di commercio, che tre mesi fa ha rilevato la licenza del negozio da un uomo di Bitti – e come viene evidenziato nei cartelli che dobbiamo esporre per i clienti, oltre che informarli adeguatamente, la coltivazione è vietata». Ma nel singolare negozietto nel cuore della città ci sono anche altri prodotti: tisane con estratti di cannabis, caffè e addirittura la birra, le marmellate, le barrette di cioccolata, i chupa chups e pure il pesto e i sughi per condire le paste. Anche queste, fatte con un mix di farine di semi di cannabis che negli ultimi tempi hanno raggiunto le dispense di molte case.

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«La clientela è la più varia – prosegue Giuseppe Canu – Giovanissimi finora ne ho visto ben pochi, se non quelli attratti più che dalla cannabis, dai gadget colorati. Chi invece, di quella fascia di età, fa uso di marijuana, immagino, preferisca usare l’altra che “sballa” e se la vanno a procurare dal mercato illegale. Da me – aggiunge – vengono per lo più trentenni, o comunque adulti che ne fanno un uso, neppure frequente; conoscono bene la normativa e gli effetti che la cannabis legale produce. Molte anche le signore di una certa età che acquistano tisane e caffè e ora, anche alcuni pizzaioli della città fanno richiesta delle farine per poter offrire ai loro clienti pizze diverse. Non mancano neppure le persone incuriosite dai prodotti cosmetici che stanno prendendo sempre più piede sul mercato». Ma tornando agli effetti che la cannabis legale produce, il commerciante orunese non ha dubbi: «La verità – conclude Giuseppe Canu – è che c’è ancora tanta confusione e poca informazione, soprattutto tra i giovani che si fermano alla superficie, al significato del nome, pensando che gli aggettivi “legale” e “light” possano essere sinonimi di innocuo. In realtà – aggiunge – gli effetti potrebbero variare a seconda delle quantità assunte ma anche a seconda dello stato fisico in cui ci si trova al momento dell’uso di queste sostanze».
 

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