La Nuova Sardegna

Nuoro

Morte in reparto, il perito: «Caduta fatale»

Deposizione del medico legale sulle cause che portarono al decesso dell’ex carabiniere Giuliano

20 aprile 2018
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NUORO. Quell’incidente si poteva (e si doveva) evitare ma l’emorragia causata dalla caduta non ha fatto altro che accelerare un destino già segnato. Questa la deposizione al processo per la morte di Paolo Giuliano, ex maresciallo dei carabinieri deceduto al San Francesco nel 2014 di Vindice Mingioni, consulente del pubblico ministero.

«Le sue condizioni erano gravi. La caduta ha anticipato, ma non posso dire di quanto, la morte del paziente» ha dichiarato il perito di parte rispondendo alle domande delle parti. Con la relazione del medico legale il dibattimento a carico di Maria Muggianu, allora caposala del reparto di Medicina del San Francesco di Nuoro accusata di omicidio colposo, è entrata nel vivo. Secondo Mingioni, che ha deposto di fronte al giudice Sara Perlo, il medico e l’infermiere avrebbero dovuto comunicare al tecnico di radiologia che lo aveva preso in carico per sottoporlo ad una radiografia toracica che il paziente aveva bisogno di auto. Ed è stata proprio il tecnico Angela Nughedu a raccontare in aula cosa accadde il 22 maggio del 2014, giorno della morte del pensionato. «Chiesi più volte al paziente se aveva bisogno di aiuto. Mi disse di no. Io insistetti ma non volle e si tolse il pigiama da solo» ha raccontato la testimone che ebbe appena il tempo di girarsi per attivare la macchina che vide cadere il paziente. E fu quell’impatto contro un tavolo a provocare l’emorragia che si rivelo fatale per Giuliano anche a causa delle patologie di cui soffriva da tempo. Paolo Giuliano aveva 67 anni e a un quadro clinico complicato (soffriva di un carcinoma al fegato, insufficienza renale ed epatica nonchè delle problematiche cardiache) quando il 19 maggio del 2014 venne ricoverato all’ospedale del capoluogo. Qualche giorno dopo gli venne prescritto l’esame radiografico che non fece in tempo a fare perché svenne e sbattè la testa . Nel procedimento penale l’infermiera è assistita dagli avvocati Gianluigi Mastio e Davide Muledda e deve difendersi dall’accusa di non aver dato disposizioni per accompagnare Giuliano nel reparto di Radiologia mentre la moglie del pensionato, che si è costituita parte civile, è assistita dall’avvocato Francesco Tazzari. I tre figli invece hanno rinunciato a costituirsi in giudizio e hanno intentato una causa civile.

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