La Nuova Sardegna

Nuoro

Il parroco vieta i matrimoni nelle chiesette della città

Kety Sanna
Il parroco vieta i matrimoni nelle chiesette della città

Don Giovanni Maria Chessa nega la celebrazione dei riti al Monte e alla Solitudine. Il comitato Ortobene: «Una decisione assurda che ostacola le tradizioni»

25 aprile 2018
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NUORO. «No» ai matrimoni nella chiesetta del monte Ortobene e della Solitudine. La decisione presa dal nuovo parroco della Cattedrale, don Giovanni Maria Chessa, nominato canonico un mese fa dal vescovo Mosè Marcia, ha suscitato profonda delusione e rammarico nei nuoresi che hanno appreso la notizia dopo che alcune coppie di giovani, appartenenti alle comunità parrocchiali assegnate a don Chessa, Santa Maria della Neve e Nostra Signora del Rosario, hanno chiesto di poter celebrare le nozze nei due edifici di culto tanto cari anche al Nobel, Grazia Deledda.

«Si tratta di una decisione assurda che riguarda la celebrazione dei matrimoni nelle due chiesette – ha detto Antonio Costa, presidente del comitato Monte Ortobene ultima spiaggia, coinvolto dalle famiglie dei ragazzi con la speranza di poter fare cambiare idea al nuovo parroco – che don Chessa ha proibito, contravvenendo a quella tradizione nuorese che fino a ieri vedeva tutti i parroci favorevoli: da don Cottu e don Vedele, da don Cossu a don Tuvoni. È una disposizione incomprensibile e immotivata. A nulla, finora, sono serviti tre incontri con lui. Non possiamo accettare – aggiunge Antonio Costa – che la Chiesa dica no ai tanti giovani sposi che vorrebbero contrarre matrimonio religioso in altre chiese della città. Crediamo sia ingiusto e nessuna motivazione può giustificare un tale diniego, che porta inevitabilmente ad allontanare, non solo tanti giovani, ma anche i fedeli che vedono nella Chiesa la casa di Dio e quindi aperta a tutti senza distinzioni. La chiesa deve accogliere non respingere e Papa Francesco ogni giorno ne dà buon esempio !».

Dal canto suo don Giovanni Maria Chessa, ieri mattina tra un impegno e l’altro in parrocchia, sull’argomento si è limitato a dire: «I sacramenti si devono ricevere solo nella chiesa parrocchiale». Non una parola in più, «per evitare di dare adito a polemiche», da parte del sacerdote giunto in città da pochi mesi dopo aver retto la parrocchia di san Giovanni Battista di Budoni. Spiegazione che però non basta, a placare gli animi di tanti nuoresi che attraverso il comitato Monte Ortobene Ultima Spiaggia, si dicono a pronti a tutto. «Anche il codice canonico, seppur indicando nella chiesa parrocchiale il luogo preferito per la celebrazione del matrimonio, agli articoli 1115 e 1118 contempla la possibilità di scegliere altri santuari purchè autorizzati dall’ordinario o dal parroco – aggiunge il presidente del comitato che si appella alla sensibilità del vescovo Marcia, perché convinca e, se il caso costringa do Chessa ad autorizzare la celebrazione dei matrimoni nei santuari della città di sua competenza, così come in tutto il territorio italiano, con l’opportunità di evitare che il rifiuto del parroco di concedere la licenza di sposare altrove inasprisca gli animi con grave pregiudizio del rapporto pastorale –. A mio parere – aggiunge Costa – i parroci, quali pastori di anime dovrebbero aderire volentieri, per quanto è possibile, alla richiesta dei fidanzati che domandano loro di presiedere la celebrazione del matrimonio, quando questa si svolge, per ragioni plausibili, anche fuori della propria parrocchia. L’esperienza conferma che si tratta di una preziosa occasione di incontro umano e di evangelizzazione a cui gli stessi parroci non si possono sottrarre. Inoltre, è un modo per dare continuità a tradizioni che rischiano di scomparire». In tanti sperano nell’intervento risolutivo del vescovo, altrimenti non si esclude la richiesta di aiuto al Vaticano.



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