La Nuova Sardegna

Nuoro

Nuoro, nelle sedi decentrate il futuro dell’università

di Francesco Pirisi
Nuoro, nelle sedi decentrate il futuro dell’università

I due rettori di Cagliari e Sassari al convegno in ateneo sul tema dei finanziamenti. Dopo i tagli dello Stato la Regione ha deciso di aumentare il fondo unico

20 maggio 2018
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NUORO. La sede universitaria nuorese è dentro gli interessi accademici sia dell’ateneo di Cagliari, sia di quello di Sassari, dai quali deriva i propri corsi. L’hanno confermato i rettori Maria Del Zompo e Massimo Carpinelli al convegno promosso dall’associazione “Sardegna al massimo”. Tra i problemi maggiori c’è la difficolta di offrire pari opportunità ai tanti giovani sardi, colpiti più di altri dai tagli pubblici all’istruzione, come ha ricordato il consigliere regionale Roberto Deriu, che in questi anni ha svolto un ruolo di rilievo nel centro-sinistra proprio per le questioni dell’università. Mentre lo Stato riduceva, infatti, la Regione ha deciso di destinare più risorse dei suoi sette miliardi del bilancio. L’ha confermato proprio il rettore Del Zompo: «Con i nuovi fondi, per quanto riguarda il nostro ateneo, siamo riusciti a ovviare ai due milioni di tagli annuali operati dal governo. Altrimenti sarebbe stato impossibile anche pagare gli stipendi ai docenti con la conseguente chiusura di alcuni corsi». A Cagliari sono interessati 23mila iscritti e altri 14 mila nell’università di Sassari, tra i quali gli allievi che frequentano nelle sedi decentrate di Nuoro, Oristano, Olbia e Iglesias, finanziate dalla Regione col fondo unico.

Il successo più importante di cui Deriu si è voluto appuntare la medaglia, a nome dell’attuale governo della Regione, è però quello delle borse di studio, attraverso le quali si è concretizzato il diritto all’istruzione sancito dalla Costituzione. «Nel 2012 – dice l’esponente Pd – su quasi 8mila studenti idonei, ossia nelle condizioni di poter avere la borsa di studio, ne beneficiavano in concreto poco più di 5mila. Dato peggiorato l’anno successivo. Si riducevano per la verità anche gli idonei e non perché fosse cresciuta la ricchezza delle famiglie, ma piuttosto perché c’erano meno iscritti». Il cambio di marcia è il dato del 2017, «quando tutti gli 8600 idonei hanno potuto contare sulla borsa di studio».

Solo qualche anno prima a suonare il campanello d’allarme erano stati gli stessi studenti. Francesco Puddu, rappresentante nel consiglio di amministrazione dell’Ersu, l’ente per il diritto allo studio: «La svolta è stata nell’audizione fatta con la commissione Bilancio, che ha capito il rilievo della questione e deciso di mettere a disposizioni più fondi. Si tratta tuttavia solo di un primo passo. Serve un confronto continuo tra Regione, università ed Ersu, per affrontare le varie problematiche». Tra le quali ci sono quelle specifiche delle sedi decentrate, come Nuoro, prive ancora di una casa dello studente e di una mensa.

Gli altri temi locali li propone il padrone di casa, Fabrizio Mureddu, dal 2016 commissario del consorzio per gli studi universitari nella Sardegna centrale: «Vista l’esperienza di questi anni di gestione considero necessaria una maggiorazione del fondo unico. Altra cosa. Se non i soldi effettivi, all’inizio di ogni anno dovremmo conoscere almeno l’entità del contributo». Discorso economico che entra dritto nelle considerazioni sul futuro della sede nuorese. Più che il fatto se debba continuare a essere un consorzio o una fondazione, l’interesse di rettori e amministratori locali è sul quanto la sede nuorese e come potrà crescere. Ancora il rettore di Cagliari Maria Del Zompo: «Siamo pronti a impegnare ulteriori risorse. Diteci però cosa serve e quali sono le vocazioni». Il potenziamento delle sedi decentrate per il rettore di Sassari, Massimo Carpinelli, passa attraverso la possibilità di «contare su infrastrutture territoriali, istituzionali ed economiche che sostengano l’attività formativa e consentano di potenziare la ricerca».

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