La Nuova Sardegna

Nuoro

«Salviamo il rifugio Lamarmora»

Alessandro Mele
«Salviamo il rifugio Lamarmora»

Littarru (Desulo): abbiamo i soldi, ma c’è il no della Soprintendenza. Marteddu (Cai): un luogo storico

21 maggio 2018
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NUORO. Oggi il rifugio Lamarmora non è altro che un insieme di ruderi sparsi a Serra ‘e Code, sul Gennargentu, a 1.400 metri sulle montagne di Desulo. Un sito tanto antico quanto importante, da preservare: «Tempo fa abbiamo avuto accesso a un finanziamento regionale pari a circa 200 mila euro per la ricostruzione del rifugio – racconta Gigi Littarru, sindaco di Desulo –. Poi la doccia fredda, dopo un sopralluogo la Soprintendenza dei beni culturali ha detto no. Siamo rimasti molto delusi ma avendo già la certezza del finanziamento e avendo già incassato pareri positivi per quanto riguarda l’impatto ambientale e paesaggistico, daremo presto l’incarico a un professionista per la redazione di un piano di recupero e per la messa in sicurezza dell’area. Si tratta di un recupero importante – conclude il sindaco –, il rifugio sta nel sentiero che porta a Punta Lamarmora ed è un simbolo della montagna che teniamo a ricostruire anche in memoria dell’impegno di Lovisato».

La storia della casa rifugio Lamarmora, sul Gennargentu, ebbe inizio a Sassari nel 1879 con l’idea «di un monumento – recitano le motivazioni – alla onoranda memoria di Alberto Lamarmora, dell’uomo, che vita e sostanza ha speso per illustrare l’isola nostra». Si istituì una commissione apposita, larga e rappresentativa presieduta dal professore universitario Domenico Lovisato coadiuvato tra gli altri dall’avvocato Enrico Berlinguer e dal sindaco di Sassari Antonio Vitelli. Parte subito un appello “urbi et orbi” destinato ai municipi dell’isola e privati cittadini. Gli oboli arrivarono da tutta la Sardegna. Nel 1901 il monumento venne inaugurato ma bastarono alcuni decenni e il rifugio crollò a causa del clima. Oggi quel rifugio è in totale abbandono. Tappa, comunque, di numerosi escursionisti. Compresi i sindaci che qualche giorno fa si sono ritrovati in punta Lamarmora sotto le insegne del Club alpino italiano e lo slogan la “Montagna unisce”. In prima fila Andrea Soddu di Nuoro, Marco Melis di Arzana, Daniela Falconi di Fonni, Gigi littarru di Desulo, Franco Saba di Ottana, Peppe Loi sindaco di Villagrande Strisaili. «Occorrerebbe ripensare a questo angolo di suggestioni e paesaggi, patrimonio della Sardegna» commenta Matteo Marteddu, presidente del Cai di Nuoro, tornando al rifugio Lamarmora. «Auspichiamo che dopo oltre un secolo – sottolinea – si possano rivivere le suggestioni di un luogo storico importante, un punto di riferimento, oggi, per tanti escursionisti dell’isola».

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