La Nuova Sardegna

Nuoro

«Condannate il coach Deiana»

di Giusy Ferreli
Roberto Deiana
Roberto Deiana

Abusi sessuali su 2 giocatrici di pallamano: il pm chiede 3 anni e 6 mesi, la difesa invoca l’assoluzione

31 maggio 2018
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NUORO. «Condannatelo a tre anni e sei mesi per violenza sessuale». «Assolvetelo». Accusa e difesa si sono fronteggiate per una mezza giornata davanti al tribunale collegiale di Nuoro: tre, lunghissime ore si è preso il pubblico ministero Giorgio Bocciarelli per perorare la tesi dell’accusa secondo la quale Roberto Deiana, allenatore dell'Handball club, si è reso responsabile di abusi sessuali su due sue atlete (una ragazza romena e una sassarese), all’epoca dei fatto minorenni. Tre ore è durata l’arringa difensiva di Francesco Lai, avvocato difensore dell’imputato, che si è battuto per provare l’innocenza di Deiana.

Con l’udienza di ieri, il processo, rigorosamente a porte chiuse per la delicatezza degli argomenti trattati, si è avviato alla conclusione. Una requisitoria fitta fitta quella del pm che ha riannodato i fili delle testimonianze sugli episodi contestati a Deiana. E che pur riconoscendo la cosiddetta “minore gravità del fatto” non ha ritenuto ci siano i margini per le attenuanti generiche a causa del ruolo che il 47enne ricopriva, quello di coach della squadra femminile. Altrettanto circostanziata l’arringa del l’avvocato Lai che ha invocato l’assoluzione per il suo assistito, colpevole, a suo giudizio, di essere caduto nella trappola di una giovane donna che voleva vendicarsi perché buttata fuori dalla rosa della squadra di pallamano a causa di una vita sregolata.

I fatti contestati risalgono a diversi anni fa. Il primo episodio denunciato risalirebbe al 2011 e sarebbe avvenuto in una camera d’albergo a Teramo durante una trasferta. Le pesanti “avances sessuali” nei confronti delle due ragazze sarebbero proseguite sino 2013 sebbene siano state denunciate un anno e mezzo dopo, mentre il dibattimento a carico dell’allenatore, originato dalla denuncia dell’atleta romena che non si è costituita parte civile, si è aperto nel gennaio del 2015. Il collegio (Giorgio Cannas presidente, a latere Sara Perlo e Maria Usai), dopo la deposizione dell’udienza precedente in cui l’imputato ha ribadito la sua estraneità ai fatti e dopo la discussione di ieri, a breve dovrà decidere: il processo riprenderà e si concluderà il 20 giugno con le eventuali repliche delle due parti e la camera di consiglio dei giudici. Poi la sentenza che scriverà il primo capitolo di una storia che ha fatto scalpore in città. L’attesa è stata lunga e snervante fuori dall’aula del Tribunale e non si è ancora conclusa.

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