La Nuova Sardegna

Nuoro

Peste suina, Coldiretti contro il ministero

Peste suina, Coldiretti contro il ministero

Denunciato il caso di un allevatore di suini di Talana bloccato per un focolaio in un paese vicino

31 maggio 2018
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NUORO. Da oltre 10 giorni un allevamento di suini a Talana non ha la possibilità di movimentare i propri animali. Un danno pesante per il proprietario Stefano Arzu, denuncia la Coldiretti, «reiterato negli anni tra l’altro, per una azienda modello che ha investito tanti soldi per allevare i suini in biosicurezza, nel rispetto di tutte le regole sanitarie e di benessere animale». Il blocco della movimentazione comporta l’impossibilità di vendere i maialetti, quindi di rispettare contratti, prescrizioni del benessere animale e di tutte le altre direttive sanitarie e non solo, a cui è sottoposto l’allevamento.

All’origine, denuncia Coldiretti, il fatto che il 17 maggio scorso è stato riscontrato un focolaio di peste suina in un allevamento di Villagrande Strisali, anch’esso perfettamente in regola. La conseguenza è stata l’ordine di abbattimento di 27 suini datato 19 maggio, e la delibera di due giorni dopo dell’assessorato regionale alla Sanità (in ottemperanza a quanto imposto dal ministero della Salute) del divieto di movimentare gli animali nel raggio di 10 km dall’allevamento in cui è scoppiato il focolaio: che tradotto significa divieto di vendita dei maialetti. Tra le attività bloccate c’è anche quella di Stefano Arzu, che anche un anno fa aveva subito la stessa prescrizione.

L’allevatore ha inoltrato la richiesta di deroga per il blocco della movimentazione in quanto il focolaio è stato riscontrato in un allevamento regolare e non allo stato brado, e dunque sono ridotti al lumicino i pericoli di contagio. Ma, come spesso accade, si sta scontrando con la lenta burocrazia del Ministero che da una parte applica in modo cieco le stesse regole indistintamente e dall’altra non da la possibilità alle aziende di poter usufruire neppure delle deroghe. In questo caso ha dovuto inoltrare una domanda a diversi enti (Comune di appartenenza, Asl, Prefettura, Osservatorio epidemiologico, Istituto Zooprofilattico, assessorato all’Agricoltura, alla Sanità, e poi sarà inviato al ministero della Salute). Tempi lontani anni luce da quelli delle aziende agricole che nel frattempo che aspettano una risposta sono costrette a chiudere i cancelli non per incapacità imprenditoriale ma per burocrazia. Stefano Arzu, che conosce bene questo iter per averlo già vissuto, si è recato anche dai carabinieri e nei prossimi giorni presenterà un esposto alla magistratura.

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