La Nuova Sardegna

Nuoro

La guerra per i confini sulla costa si fa a suon di hashtag

di Nino Muggianu
La guerra per i confini sulla costa si fa a suon di hashtag

Dorgali e Baunei in lotta per la delimitazione del territorio litigano anche sull’utilizzo dei social. L’esperta: «Follia pura. Non si può intentare un’azione legale a tutela del brand»

05 giugno 2018
2 MINUTI DI LETTURA





DORGALI. Ci mancava solo l’hashtag a dividere Dorgali da Baunei. Nell’estate ormai alle porte le nuove tecnologie entrano a piedi uniti anche nella stagionale e immancabile diatriba, non tra Comuni, ma tra qualche cittadino del centro ogliastrino e quello barbaricino, per questione di confini. Una polemica che sta andando avanti da qualche giorno su Facebook.

A parlare di quello che è diventato un caso è Antonella Fancello, dorgalese, che si occupa di innovazione nella Pubblica Amministrazione e insegna all’Università degli studi di Sassari “Pratiche digitali e empowerment dei cittadini”. Insomma una che di social ne capisce parecchio.

«Si tratta del post che sta dilagando su Facebook. Da Baunei tuonano contro Cala Gonone a proposito dell’utilizzo a loro parere indiscriminato dell’hashtag #CalaGonone anche nelle cale di Baunei». Una vicenda scoppiata sui social che secondo Fancello ha davvero del ridicolo. «Potremo derubricarla alla classica diatriba Baunei Dorgali ma non è così» sottolinea l’esperta.

Tutto è partito da un post su Facebook di un cittadino del centro ogliastrino dove si sostiene che Baunei sarebbe danneggiata a livello di immagine dal fatto che le migliaia di turisti che affollano il Golfo di Orosei pubblichino quotidianamente migliaia di foto usando l’hashtag #CalaGonone anche quando si trovano nelle cale che di Dorgali non sono. Secondo Baunei occorrerebbe perseguire legalmente chi in questo modo danneggia l’immagine del prodotto “Baunei”.

«Non si capisce chi però vorrebbero perseguire – si chiede Antonella Fancello – se le migliaia di turisti o l’amministrazione di Dorgali o gli operatori di Gonone che evidentemente non hanno alcuna colpa degli hashtag che usano i visitatori in vacanza che per loro natura sono liberi. La vicenda ha dell’assurdo, come ho ben spiegato all’ autore del post che chiede un’azione legale – intellettuale a difesa e tutela dell’hashtag #Baunei e le sue coste contro l’hashtag #CalaGonone».

L’esperta aggiunge: «Questa vicenda ha dell’assurdo perché gli hashtag legalmente non appartengono a nessuno, chiunque può utilizzarli e può essere solo richiamato con dei benevoli commenti qualora scrivesse #Milano in una foto che in realtà è stata scattata a Roma ma non si può perseguire nessuno a meno che l’hashtag non sia stato registrato come marchio o prodotto procedura da inoltrare ad una autorità americana che dal 2013 rilascia hashtag proprietari ma solo a brand del calibro di Coca Cola per capirci. Occorrerebbe – conclude – anche dimostrare che ogni turista utilizzandolo sta deliberatamente discriminando Baunei per avvantaggiare Cala Gonone».

In Primo Piano
Cronaca

Incidente sul lavoro a Dorgali: operaio ferito al volto dopo un’esplosione, trasportato a Sassari con l’elisoccorso

Le nostre iniziative