La Nuova Sardegna

Nuoro

I Canarjos: «Non siamo misogini»

Alessandro Mele

Il gruppo replica all’accusa di antifemminismo dopo il no alle Bendas: «Ci sono dispute interne ai cori»

11 giugno 2018
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NUORO. «Noi antifemministi e misogini? Assolutamente no». Non si è fatta attendere la replica del coro Canarjos sulla polemica sollevata negli ultimi giorni per la partecipazione di Bendas, formazione tutta al femminile, alla messa del 29 agosto in onore del Cristo Redentore. Le motivazioni sono affidate a una lettera a firma "Coro Canarjos" diffusa al termine di una riunione di tutti i componenti del coro.

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«La mancata partecipazione alla messa del Redentore insieme al Coro Bendas non è attribuibile in nessun modo a dinamiche legate alla misoginia ma piuttosto a problemi di carattere interno irrisolti e tutt'oggi irrisolvibili fra i componenti del Coro Canarjos e alcune componenti del Coro Bendas».

Poi un riferimento alla lettera del sodalizio inviata nei giorni scorsi al sindaco Andrea Soddu e all'assessore Valeria Romagna, con la quale il coro annunciava il proprio ritiro dalla festa: «Nella lettera di giustificazione per il diniego alla partecipazione alla messa del Monte Ortobene, sono state addotte motivazioni indubbiamente discutibili e sulle quali si potrebbe tranquillamente trattare sulle sostanziali differenze fra ciò che è folcloristico e ciò che è foclorico, ma lasciamo questa discussione ad altri contesti scevri, sicuramente, da qualsiasi problematica legata al genere (...) Nella nostra storia passata e presente abbiamo sempre enfatizzato e valorizzato la figura femminile, basti ricordare che diverse componenti delle stesse Bendas hanno cantato insieme al Coro Canarajos in diverse occasioni: al Man, al Teatro Eliseo, all'anfiteatro di Nuoro proprio alla festa del Redentore e hanno persino inciso con noi Intrannas, il nostro ultimo disco. Ci stupiscono le affermazioni del direttore Caldino, in quanto dirigendo entrambe i gruppi è perfettamente a conoscenza delle dinamiche interne e delle problematiche di carattere personale che intercorrono tra i due sodalizi. I Canarjos vogliono rassicurare tutti sulle qualità morali dei coristi e sull'inesistenza di problemi relativi a una presenza femminile al Redentore. Diamo tutto il sostegno al presidente Graziano Sechi – concludono i coristi dei Canarjos – persona dalle indiscutibili qualità morali e di forte impegno nel sociale, lontano da dinamiche di natura antifemminista».

Intanto la polemica tiene banco a Nuoro, negli ambienti corali e non solo, ma un secco "no comment" arriva dai direttori di alcune formazioni corali cittadine: «Si tratta di una polemica sulla quale preferisco non intervenire – commenta il maestro Michele Turnu del Coro Su Nugoresu – con la convinzione che questo dibattito non faccia bene alla città e al suo panorama culturale». Sulla stessa linea anche il maestro Gianni Garau del Coro Nugoro Amada: «Non mi sento di esprimere un parere essendo in città da pochi mesi, mi sto dedicando ad approfondire tutto ciò che ruota intorno al folklore nuorese. Sarà mia cura assistere in prima persona ai festeggiamenti sacri e profani».

C’è però anche chi dice con chiarezza la sua opinione. «La discussione non sarebbe neanche dovuta nascere – afferma Francesco Mele, maestro dello storico Coro di Nuoro – le donne hanno sempre cantato soprattutto se si parla di coralità popolare legata alle sacre celebrazioni, in città prima d'ora non ci sono mai stati cori di ispirazione popolare femminili o misti e questa è l'unica motivazione che dà il via a una discussione insensata, per fortuna le cose e le tradizioni cambiano, ben vengano i cori femminili».
 

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