La Nuova Sardegna

Nuoro

museo del costume 

Isre, dopo 13 anni riaperta la sala delle maschere della tradizione

NUORO. L’Isre apre al pubblico la sala del Carnevale tradizionale: una delle gemme del museo del Costume chiusa dal 2005 torna a splendere. Sabato mattina, nell’ambito del Festival MaMuMask, la sala...

18 giugno 2018
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NUORO. L’Isre apre al pubblico la sala del Carnevale tradizionale: una delle gemme del museo del Costume chiusa dal 2005 torna a splendere. Sabato mattina, nell’ambito del Festival MaMuMask, la sala è stata inaugurata nella sua nuova e spettacolare veste. «Questo è un giorno importante per Nuoro e per l’intera Sardegna – ha commentato il presidente dell’Isre Giuseppe Matteo Pirisi –. Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto in questi anni e che ha portato alla riapertura della nuova ala museale, primo esempio di recupero della tradizione, dal momento che una sala delle maschere esisteva già nel 1983». Nata nel 1983, ideata dall’etnologo nuorese Raffaello Marchi, studioso delle forme di mascheramento tradizionale del centro Sardegna, la sala del Carnevale tradizionale barbaricino rappresentò già dagli anni Ottanta una novità regionale e nazionale nell’ambito delle esposizioni museali permanenti. Le sale erano dedicate ai Mamuthones di Mamoiada, ai Boes e Merdules di Ottana e ai Thurpos di Orotelli, con abiti e maschere montate su manichini. In vetrina erano esposti antichi e rari esemplari di maschere facciali come la maschera facciale de Su Bundu, proveniente da Orani, quella di s’Erittaju di Orotelli, frutto della collaborazione tra Lorenzo Puxeddu e l’Isre. Nell’attuale sala, rinnovata nell’esposizione, le maschere della collezione storica del museo vengono arricchite da scenografie che richiamano il contesto d’origine e da numerosissimi strumenti musicali. Vengono esposte per la prima volta alcune forme di mascheramento spontaneo che, con varie denominazioni e caratteristiche, sono ormai presenti in tutta l’isola. «La riapertura della sala delle Maschere tradizionali è un sogno che non abbiamo mai smesso di coltivare» commenta con soddisfazione Franca Rosa Contu, responsabile del settore Musei dell’Isre. (s.v.)

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