La Nuova Sardegna

Nuoro

«Contro i bulli non serve tacere»

di Stefania Vatieri

La vicenda della dodicenne accusata di portare iella al centro di un progetto pilota nelle scuole

23 giugno 2018
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NUORO. Messa all'angolo per mesi da decine e decine di bulli, oggi la ragazzina nuorese etichettata come "porta iella" è diventata testimonial nella lotta contro il bullismo. Un riscatto che parte dal racconto di quei giorni d'inferno e rivolto a studenti, genitori e insegnanti con l'obiettivo di spezzare il silenzio che circonda vittime e carnefici. Da uno di questi incontri è nato anche un libro realizzato da 40 bambini della scuola elementare di Monte Gurtei, dove attraverso disegni e didascalie hanno raccontato l'incubo della ragazza, dodicenne all’epoca dei fatti. È un progetto che affronta il tema del bullismo voluto dall'unità operativa di Pediatria di Comunità dell'Assl nuorese diretta da Antonio Fadda, e battezzato "Navigando con la barra a dritta". È stato accolto a braccia aperte dal dirigente dell'istituto Nazario Porcu, che prese sotto la propria ala protettiva la dodicenne nuorese accogliendola nella propria scuola.

«Sono stata un bersaglio fin dalla prima media, se un giorno non avessi trovato il coraggio di raccontare tutto a mia sorella, e poi di denunciare i bulli, adesso non sarei qui». Una frase che Alice (il nome è di fantasia) ripete come un mantra a ogni incontro con gli studenti nelle numerose scuole in cui viene invitata, mentre ripercorre "dall'alto" dei suoi quattordici anni, la terribile storia che l'ha vista protagonista di una delle più inquietanti vicende di bullismo isolane, quando di anni ne aveva appena dodici. «È stata un'esperienza davvero devastante ma che mi ha fatto crescere tantissimo e reso più forte – racconta la giovane ex vittima dei bulli –. Parlare della mia storia, raccontare ai bambini quello che ho provato mentre il mondo mi crollava addosso mi emoziona sempre e capita ancora adesso che mi venga da piangere, perché purtroppo non si trova mai una spiegazione al male ricevuto». Alice oggi ha 14 anni, gli occhi profondi e la determinazione di chi ha deciso di riprendersi la giovinezza.

«Ci sono bambini che dell'infanzia e dell'adolescenza ricordano le filastrocche o le canzoni, altri invece gli insulti – racconta la madre della agazza –. Mia figlia oggi non ha più paura di nulla, ha ripreso a sorridere e sta vivendo la sua seconda vita – sottolinea con un filo d'emozione –. Lancio un appello a tutte le giovani vittime di bullismo affinché parlino della loro situazione: raccontare è fondamentale per far sì che questa spirale diabolica si fermi. Ma vorrei rivolgermi anche ai numerosi genitori che non denunciano queste situazioni gravissime per vergogna o superficialità: l'unico antidoto contro il bullismo è affrontarlo a muso duro».

Un anno dopo la triste vicenda i genitori della ragazza hanno fondato un’associazione cittadina contro il bullismo riunendo al suo interno numerose vittime, genitori e professionisti impegnati giornalmente nella promozione di azioni volte a rieducare i bulli ma sopratutto a supportare le numerose vittime di questo insidioso fenomeno.

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