La Nuova Sardegna

BORORE. È la notte tra il 14 e il 15 giugno scorsi. Intorno alle 24 via Roma, strada principale di Borore, è completamente deserta. Dalla finestra di un’abitazione fuoriesce del fumo nero. Mario Deriu, magazziniere di 31 anni e la sua fidanzata Stefania Rosa di 25, incinta di sette mesi, stanno dormendo. Passano i minuti e nessuno si accorge di niente, tranne un vigile del fuoco libero dal servizio che si trova a passare di lì con la sua auto. Tonino Deriu, 55 anni, intuisce il pericolo. Allerta il 115 chiedendo l’intervento urgente di una squadra. Nel frattempo suona il campanello dell’abitazione e, non ottenendo risposta, decide di provare a sfondare la porta a calci. Ci riesce. Una volta dentro, si ritrova davanti il padrone di casa e la sua compagna che, confusi e frastornati, sono convinti di avere di fronte un ladro. Pochi secondi e tutto diventa chiaro. La giovane viene immediatamente messa al sicuro. Il suo compagno, invece, aiuta il vigile del fuoco a spegnere l'incendio. Secondo i suoi colleghi del distaccamento di Macomer che hanno effettuato i rilievi le fiamme sarebbero divampate a causa del surriscaldamento del filtro dell’asciugatrice che era stata lasciata in funzione. Per cause ancora da accertare il sistema di sicurezza del macchinario non è scattato. Solo l’intervento tempestivo di Tonino Deriu ha impedito che le fiamme e il fumo raggiungessero le altre stanze. «Siamo grati a chi ha salvato le nostre vite», dicono ancora scossi Mario e Stefania. Dal canto suo il capo reparto dei vigili del fuoco non si sente un eroe. «Sono felice che tutto si sia risolto nel modo migliore, ma ho solo fatto il mio dovere», sottolinea Tonino Deriu.