La Nuova Sardegna

Nuoro

Tre piani sulla carta, nove nella realtà

Paolo Merlini
Tre piani sulla carta, nove nella realtà

In via Torres a Nuoro diffida di parziale demolizione per il titolare della concessione, l’impresa costruttrice e 20 proprietari

24 giugno 2018
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NUORO. Gli abitanti di Sa ’e Sulis, che pure nei decenni scorsi hanno avuto una certa consuetudine con l’abusivismo edilizio, l’avevano capito da tempo che qualcosa non andava nell’elegante palazzina al numero 10 di via Torres, completata da poco più di dieci anni. Dalla strada infatti appare come un edificio di tre piani (terra, primo e secondo) in grado di ospitare un numero limitato di famiglie. In realtà basta andare nel retro dell’edificio, costruito su un terreno scosceso come tutto il quartiere, per scoprire che la palazzina ha ben 9 piani, cinque dei quali seminterrati, più una mansarda. Tutti difformi dal progetto approvato in Comune nel 1998, se non proprio abusivi in qualche caso, come stabilisce una diffida del dirigente del settore urbanistica Mauro Scanu che ordina ai numerosi proprietari oggi chiamati in causa di provvedere entro 90 giorni e a proprie spese «alla demolizione e alla rimessa in pristino delle opere edilizie» eseguite appunto in totale difformità dalla concessione edilizia.

Numerosi le irregolarità riscontrate dal Comune, ma spicca in particolare il fatto che i quattro piani seminterrati (sono cinque in realtà, ma uno è totalmente abusivo) secondo il progetto dovevano essere magazzini o garage, e invece sono diventati unità abitative. Locali plurifrazionati, inoltre, in appartamenti anche di piccole dimensioni, così da consentire un maggiore arricchimento per i proprietari originari. Molti degli attuali intestatari degli appartamenti, dal canto loro, sostengono di aver acquistato senza avere il minimo sospetto che si trattasse di opere non in regola. È il caso per esempio dell’ex vice sindaco Leonardo Moro, oggi consigliere d’opposizione, che qui ha acquistato un appartamento nel 2007. Il settore urbanistica ha accolto le sue controdeduzioni sulla diversa distribuzione delle unità immobiliari nell’appartamento al primo piano, già autorizzata in sanatoria a colui che gli vendette l’appartamento (il titolare dell’intera concessione edilizia, Sebastiano Francesco Fenu), ma gli contesta la costruzione di una cantina in un sottopiano destinato invece ad autorimessa. «Ho acquistato in buona fede tramite un’agenzia immobiliare – dice Moro – l’atto è stato registrato presso un notaio (Roberto Goveani, ndr), quindi non avevo motivo di dubitare. Appare chiaro a questo punto il mio diritto di rivalsa nei confronti del venditore e dell’impresa costruttrice. Nella prossima riunione di condominio, il 4 luglio, metteremo in atto le procedure urbanistiche che consentono l’accertamento di conformità dell’edificio». Il paradosso è che Moro nel precedente mandato ha avuto la delega al Piano urbanistico, e si è occupato anche di abusivismo.

Le persone chiamate in causa a vario titolo sono circa una ventina. Tra queste un ruolo di rilievo lo hanno il titolare della concessione e l’impresa costruttrice, che fa capo all’oranese Luigi Bertocchi. È chiamato in causa anche il torinese Edoardo Massimo Fiammotto, titolare della Sport Residence srl e braccio destro del notaio Roberto Goveani (molti atti di vendita sono stati firmati nel suo studio), che qui aveva stabilito il quartiere generale della Nuorese calcio negli anni d’oro della società e della sua permanenza in città. Prima, insomma, delle peripezie giudiziarie e della radiazione dall’albo dei notai.

Il settore urbanistica ha inviato l’atto alla procura della Repubblica.
 

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