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Industria, Filctem-Cgil contro Indorama: investe fuori dall’isola

OTTANA. Mentre Indorama continua ad investire in mezzo mondo, gli impianti chimici di Ottana, di proprietà della stessa multinazionale thailandese, continuano a rimanere desolatamente chiusi. A...

01 luglio 2018
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OTTANA. Mentre Indorama continua ad investire in mezzo mondo, gli impianti chimici di Ottana, di proprietà della stessa multinazionale thailandese, continuano a rimanere desolatamente chiusi. A denunciarlo, ancora una volta, è la segreteria provinciale della Filctem-Cgil di Nuoro, che, in un comunicato del segretario, Sergio Zara, fa sapere che l'impero economico di Indorama Ventures, colosso mondiale della produzione del pet (plastica per bottiglie), diventa sempre più ampio. Il tutto nel totale disinteresse per lo stabilimento di Ottana chiuso da quattro anni e con gli ex lavoratori licenziati. «È recente la notizia – si legge nel comunicato sindacale – che la società Indorama ha acquistato un impianto in Egitto per una capacità produttiva di 540mila tonnellate all’anno. Il nuovo acquisto si aggiunge agli investimenti già effettuati in Portogallo, Polonia, Turchia, Olanda e Lituania. Alla luce di queste acquisizioni – si chiede il sindacato – come è possibile che un impianto moderno e competitivo come quello di Ottana, dove nel 2007 sono stati spesi 100 milioni di euro, 36 dei quali di denaro pubblico, per adeguarlo alla tecnologia e renderlo compatibile con l’ambiente, continui a rimanere fermo e con i lavoratori a casa?».

Una domanda, quella della Filctem, che continua a rimanere senza risposta non solo da parte della società thailandese, partner a Ottana del gruppo Clivati, ma anche da parte della politica regionale e nazionale che, invece, dimostra attenzione per altre realtà industriali . «Perché – si chiede ancora la Filctem nuorese – il giusto impegno del governo e della politica per Alcoa, Ilva e altri siti industriali, in nome della strategicità nazionale delle produzioni di alluminio e acciaio, non vale anche per il pet? Eppure l’Italia è il maggior consumatore in Europa di questo prodotto che oggi importiamo totalmente. Nonostante questa situazione di mercato, la vertenza Ottana non è mai diventata un caso nazionale». Un’accusa che il sindacato rincara ricordando l’impegno, preso a vari livelli istituzionali, di portare Indorama a un tavolo di discussione. «Questo impegno – sottolinea la Filctem – è rimasto finora sulla carta». Da qui l’appello a invertire la rotta e a riprendere in mano la vertenza per creare lavoro reale e duraturo. (f.s.)

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