La Nuova Sardegna

NUORO. Per cinque anni è stato a processo con un’accusa decisamente pesante: quella di aver abusato di una compaesana, insieme ad altre due persone che non sono mai state identificate, dopo aver forzato la porta d’ingresso di casa della donna e averla immobilizzata sul letto. Ieri mattina, tuttavia, la stessa pubblica accusa, con molta onestà, ha ammesso che all’esito del processo non poteva che chiedere l’assoluzione per l’imputato Efisio Ladu, di Ollolai. E non poteva che chiederne l’assoluzione perché, ha sostenuto il pm Giorgio Bocciarelli, in udienza «si è palesato che la stessa parte lesa non ha confermato quello che aveva detto nella querela, non ha confermato che Efisio Ladu fosse entrato a casa sua. Ed è evidente che mancando questo, non posso dire altro che sì, qualcosa quella sera è accaduto, ma non posso dire che l’abbia commessa Efisio Ladu. E per questo ne chiedo l’assoluzione». La difesa di Ladu, rappresentata dall’avvocato Angelo Manconi, e dal suo sostituto processuale ieri in udienza, l’avvocato Carlo Murru, sin dall’inizio, del resto, aveva sempre sostenuto la piena e assoluta innocenza delluomo. Che la sera dei fatti contestati, tra le altre cose, aveva tra l’altro un alibi di ferro, visto che diversi suoi compaesani lo avevano visto partecipare alla festa del paese. Ma era stata la stessa presunta vittima degli abusi, tra l’altro, tempo dopo a cambiare la sua versione e a smentire di aver riconosciuto Ladu, quella sera. E così, dopo cinque anni di udienze, anche il tribunale collegiale presieduto dal giudice Giorgio Cannas, ieri pomeriggio ha assolto Ladu da ogni accusa “per non aver commesso il fatto”. E per Ladu, di professione autista, è stata la fine di un’odissea giudiziaria durata troppo tempo. (v.g.)