La Nuova Sardegna

Nuoro

Lavori al santuario di Gonare

di Francesco Pirisi

Orani, partito l’atteso restauro rinviato per il maltempo

06 luglio 2018
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ORANI. Un nuovo tetto e il restauro degli intonaci per il santuario dedicato alla madonna di Gonare, la cui prima costruzione risale al 1147. L’intervento è già partito nei giorni scorsi, con l’eliminazione del manto delle tegole, in gran parte lesionate dal freddo e dal ghiaccio. Fatti anche i primi assaggi negli intonaci, che hanno rivelato decorazioni antiche di secoli. Committente dell’opera il Comune di Orani, contitolare con Sarule dell’edificio collocato sulla cima del monte, a 1083 metri. Lavori affidati all’impresa Ghiaccio di Scano Montiferro, dopo l’appalto da 200mila euro. Fondi per metà delle casse pubbliche (il Comune e la Regione) e per l’altra fetta della Cei, che ha assegnato una parte dei proventi dei contributi dell’8 per mille. Il progetto è dell’architetto di Orani, Angelo Ziranu. Il programma prevede il completamento dei lavori prima della festa dell’8 settembre. Ma non sono esclusi allungamenti. Il brutto tempo ha infatti spostato l’avvio dell’intervento, programmato per la metà di maggio. Altro motivo di possibili ritardi, la volontà di aggiungere alle opere già programmate il recupero dell’altare, lesionato anni fa da un fulmine. Dal municipio di Orani si segue con attenzione ogni passaggio. «I problemi maggiori credo siano superati – dice il sindaco Antonio Fadda – . Nei prossimi giorni con l’ausilio dell’elicottero verranno trasportati in cima i materiali e si potrà lavorare con continuità. Ci conforta il fatto che sia il progettista Ziranu, sia l’impresa hanno l’esperienza necessaria per il tipo d’intervento. Il risultato sarà soddisfacente». Fiducia che è poi la stessa di Ziranu. Il restauro del santuario barbaricino è per lui l’ultimo impegno professionale sui monumenti sacri, compreso un incarico tra le maestranze della Sagrada Familia, a Barcellona. «L’intervento principale è importante, ma non presenta problemi particolari. Il tetto avrà un manto di tegole in cotto sardo, anticate e adatte a resistere alle basse temperature del sito, esposto a tutti i venti e alle gelate invernali. Per quanto riguarda gli intonaci, si procederà per strati, con l’imperativo di ripristinarne tutte le parti e lasciare la pietra a vista in quei punti dove essa è stata sempre presente». Ripristino che dovrebbe anche eliminare materiali posticci. Gli assaggi dell’attuale restauro hanno rivelato i segni nascosti di due altarini laterali, da tempo pitturati di bianco, ma in origine decorati con dei cromatismi specifici. «Li ha svelati il “bisturi” del restauratore – aggiunge Ziranu – che abbiamo chiamato proprio per una verifica. Ho già comunicato alla soprintendenza di Sassari e c’è la disponibilità a eseguire anche questi lavori». A detta dello stesso architetto di Orani, il costo dovrebbe essere ricavato dalle economie nell’intervento principale.

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