La Nuova Sardegna

Nuoro

Redentore, un tuffo nella storia

di Alessandro Mele

Ai piedi della statua un successo di pubblico per il racconto in nuorese delle vicissitudini di Jerace 

11 luglio 2018
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NUORO. Manca poco alla 118esima festa del Redentore, con la sfilata dei costumi che si terrà l’ultima domenica di agosto, ma il clima di attesa attorno all’evento si è arricchito dalla serata che ha visto protagonista, ai piedi della scultura di Vincenzo Jerace sull’Ortobene, il racconto a sfondo storico di Franco Stefano Ruiu accompagnato dalla narrazione di curiosi aneddoti dell’attore nuorese Tonino Mesina. La serata, voluta dal Comitato Monte Ortobene Ultima Spiaggia, ha riportato i tanti presenti indietro con la mente al caldo agostano del 1901 quando cominciò la storia tra la città e la statua ciclopica commissionata a Vincenzo Jerace.

Il tocco finale lo ha dato la lingua sarda attraverso la quale Ruiu, ha proposto la storia della statua del Redentore, a partire dalla disposizione voluta da Papa Leone XIII in occasione del Giubileo del 1900, passando per la realizzazione e collocazione sulla cima dell’Ortobene con il largo contributo dell’intera comunità sarda.

«Rivivere le vicissitudini dei nuoresi porta ad emozioni uniche – ha commentato Antonio Costa, presidente del comitato – si tratta di racconti toccanti che ci lasciano senza fiato. Non possiamo prescindere dalla nostra storia religiosa che vede nel Redentore il simbolo per la pace nella comunità». Ne è venuta fuori una storia fatta di tante curiosità e aspetti meno conosciuti ma anche di personaggi chiave: non solo Leone XIII e lo scultore Vincenzo Jerace, ma anche monsignor Demartis, il canonico Lutzu arciprete della cattedrale e i membri del comitato che seguirono passo dopo passo l’avvento del Redentore. Un susseguirsi di fatti riportati dalle cronache, dalle critiche iniziali per la grande spesa da affrontare, alla volontà di Jerace di non ricevere “neanche una spilla” come compenso, passando per la documentata bellezza del primo bozzetto giunto in città fino ad arrivare alla grande inaugurazione dopo giorni di lavoro sulla montagna allora impervia. «Un lavoro ispirato ai libri di Elettrio Corda – dice Franco Stefano Ruiu – e dall’amore smisurato per la statua e per la sua storia, mi sembrava che qui ci potesse essere l'occasione giusta per un mix di cultura e spiritualità. L’obiettivo è ridare rispetto alla figura del Redentore che va preservata soprattutto nell’ultimo periodo». A cornice dell’evento il Coro Ortobene che dopo 17 anni ritrova l’iniziativa: nel 2001, infatti, in occasione del centenario del Redentore fu il coro a commissionare a Franco Stefano Ruiu la realizzazione di un copione teatrale che rievocasse quei fatti. «Lo spettacolo – ricorda Alessandro Catte – svoltosi in piazza Satta ebbe un forte successo anche grazie al tenore di Bitti, Gavino Murgia e Mauro Palmas. A distanza di 17 anni risentire quelle parole che rievocano i fatti dei primi del ’900 provoca molta emozione e la scelta di riproporlo sotto la statua è risultata poi determinante, mai dimenticare la sua valorizzazione».

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