La Nuova Sardegna

Nuoro

Ottana, la commissione d'inchiesta certifica il disastro ambientale

Una veduta dell'area industriale di Ottana (foto archivio)
Una veduta dell'area industriale di Ottana (foto archivio)

Primo sopralluogo nel deserto industriale orfano di bonifiche

16 luglio 2018
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OTTANA. Centinaia di ettari cosparsi di amianto, ferraglie, tubazioni, fusti «che non fanno prefigurare nulla di buono». Sullo sfondo, le vicende delle imprese che sono fuggite e dei lavoratori disperati. È la zona industriale di Ottana ora, così come l'hanno ritrovata i membri della neonata commissione d'inchiesta presieduta da Luigi Crisponi (Riformatori), oggi al primo sopralluogo. «Una prima visita propedeutica, una presa d'atto necessaria - spiega il presidente - utile perché molti colleghi non erano mai stati qui». A Ottana, denuncia, «abbiamo visto quello che non si racconta, e cioè il disastro ambientale, la mortificazione territoriale».

Già sotto sequestro un mega capannone ex Montefibre: c'è più di un sospetto per la presenza di rifiuti inquinanti. Ma in questo deserto industriale del centro Sardegna le bonifiche sono in forte ritardo: in pochi anni si sono persi 2.500 posti di lavoro, oggi ne sono rimasti solo 500, e le uniche testimonianze dell'epoca d'oro della grande impresa sono i ruderi abbandonati a se stessi, in mezzo a una potenziale 'bombà ecologica. La visita della commissione del Consiglio regionale certifica il disastro ambientale. «Nei depositi di molti capannoni - riferisce Crisponi - abbiamo trovato liquido maleodorante. Ecco - spiega - sarebbe interessante capire se resta lì, o se va a finire nel sottosuolo inquinando le falde acquifere».

La commissione avrà infatti il compito di verificare il livello di inquinamento delle acque del Tirso e lo stato delle procedure di bonifica, oltreché di valutare le ragioni del tracollo e della desertificazione economica e individuare un percorso per l'eventuale riconversione del sito considerando strumenti di welfare per tutti i lavoratori espulsi dal ciclo produttivo. «Ciò che possiamo dire sin d'ora - sottolinea Crisponi - è che qui non c'è traccia dello Stato, è vero che certe aree sono finite sotto la lente della Procura, ma è come se questo fosse avvenuto più per le inchieste giornalistiche che per altro».

La commissione, promette, «farà in modo di far luce sugli atti, sull'operato di Ispra e Arpas, sul mancato richiamo al principio per cui chi inquina paga». Un focus che non potrà prescindere dall'audizione di soggetti di volta in volta «interessati alla crescita industriale», ma anche di quelli che «avrebbero dovuto controllare», precisa il presidente. Audizioni che partiranno proprio questa settimana, ad iniziare dagli assessorati a Industria, Ambiente e Lavoro, per proseguire con Arpas, Corpo forestale e associazioni d'impresa.

«Sarà un lavoro poderoso dal punto di vista documentale e severo sotto il profilo delle audizioni», annuncia Crisponi. Con lui, oltre agli altri membri dellla commissione d'inchiesta, nell'area industriale c'erano i sindaci di Ottana Franco Saba, di Bolotana Annalisa Motzo, di Noragugume Federico Pirosu, l'amministratore straordinario della Provincia di Nuoro Costantino Tidu e il presidente del Consorzio industriale Piero Guiso. (roberto murgia / ANSA).

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