lodÈ
Pecorino a latte crudo, la scommessa
di Mauro Piredda
Esperti a confronto nell’azienda Casu’e Babbu di Sant’Anna
20 luglio 2018
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LODÈ. Ena Torta. È questo il nome della località, situata nell’agro lodeino di Sant’Anna, dove sorge l’azienda Casu’e Babbu, il caseificio della famiglia Mele dove mercoledì si è tenuto un focus con ricercatori del Cnr, agronomi, veterinari, allevatori e amministratori locali.
L’incontro tecnico, fissato a seguito di un sopralluogo aziendale con Giuseppe Messina (presidente dell’associazione Latte nobile italiano) e l’equipe di Claudio Porqueddu (Cnr), aveva questi obiettivi: articolare un momento di confronto e riflessione sull’opportunità di adottare disciplinari di produzione; associare un marchio di qualità facilmente riconoscibile al consumatore.
Il tutto all’interno del progetto Inno4Grass che, appunto, ha selezionato l’azienda lodeina produttrice del pecorino tradizionale a latte crudo non pastorizzato. Inno4Grass ha come fine l’innovazione dei sistemi foraggeri unendo importanti organizzazioni di agricoltori, servizi di assistenza tecnica in agricoltura, istituti di istruzione e di ricerca di otto paesi: Germania, Francia, Irlanda, Italia, Olanda, Polonia e Svezia. Moderata da Rita Melis (Cnr), la riunione è stata aperta da un’analisi di contesto messa a punto dal sindaco di Lodè Graziano Spanu. Secondo il primo cittadino, l’esperienza di Casu’e Babbu rappresenta «un tassello del percorso Mab Unesco incentrato sulla natura, sull’ambiente e sulla biodiversità».
Gianni Mele, ha raccontato la sua storia e le conoscenze ereditate dal padre Arcangelo, i suoi studi dopo aver lasciato la precedente occupazione (era agente di polizia penitenziaria), la volontà di voler ricorrere ai metodi naturali, l’adesione dell’azienda al modello di produzione marchiato Latte Nobile (con razione alimentare composta per almeno il 70% da erba e fieno e con rinuncia all’utilizzo di insilati, Ogm e integratori). Dall’interazione con gli esperti presenti sono emerse alcune scommesse: dal commercio (Mele ha sottolineato l’importanza dei gruppi di acquisto solidale) agli aspetti salutistici. Su quest’ultimo aspetto la nutrizionista Domenica Obino si è soffermata sulla presenza dei probiotici; l’agronomo Raimondo Azara sul lactobacillus càsei.
L’incontro tecnico, fissato a seguito di un sopralluogo aziendale con Giuseppe Messina (presidente dell’associazione Latte nobile italiano) e l’equipe di Claudio Porqueddu (Cnr), aveva questi obiettivi: articolare un momento di confronto e riflessione sull’opportunità di adottare disciplinari di produzione; associare un marchio di qualità facilmente riconoscibile al consumatore.
Il tutto all’interno del progetto Inno4Grass che, appunto, ha selezionato l’azienda lodeina produttrice del pecorino tradizionale a latte crudo non pastorizzato. Inno4Grass ha come fine l’innovazione dei sistemi foraggeri unendo importanti organizzazioni di agricoltori, servizi di assistenza tecnica in agricoltura, istituti di istruzione e di ricerca di otto paesi: Germania, Francia, Irlanda, Italia, Olanda, Polonia e Svezia. Moderata da Rita Melis (Cnr), la riunione è stata aperta da un’analisi di contesto messa a punto dal sindaco di Lodè Graziano Spanu. Secondo il primo cittadino, l’esperienza di Casu’e Babbu rappresenta «un tassello del percorso Mab Unesco incentrato sulla natura, sull’ambiente e sulla biodiversità».
Gianni Mele, ha raccontato la sua storia e le conoscenze ereditate dal padre Arcangelo, i suoi studi dopo aver lasciato la precedente occupazione (era agente di polizia penitenziaria), la volontà di voler ricorrere ai metodi naturali, l’adesione dell’azienda al modello di produzione marchiato Latte Nobile (con razione alimentare composta per almeno il 70% da erba e fieno e con rinuncia all’utilizzo di insilati, Ogm e integratori). Dall’interazione con gli esperti presenti sono emerse alcune scommesse: dal commercio (Mele ha sottolineato l’importanza dei gruppi di acquisto solidale) agli aspetti salutistici. Su quest’ultimo aspetto la nutrizionista Domenica Obino si è soffermata sulla presenza dei probiotici; l’agronomo Raimondo Azara sul lactobacillus càsei.