La Nuova Sardegna

Nuoro

Nel Nuorese cresce la voglia di associazione: mai così tante coop

Francesco Pirisi
Nel Nuorese cresce la voglia di associazione: mai così tante coop

Parla il presidente provinciale della Lega delle cooperative: «L’agroalimentare è in testa, ora puntiamo sul turismo»

21 luglio 2018
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NUORO. Alla comunità nuorese piace l’attività cooperativistica. Le ultime nascite dentro la Legacoop ne sono la prova. Piuttosto mette in risalto il potenziale che hanno nel territorio alcuni settori quali il turismo e il patrimonio archeologico. Altro elemento da raddrizzare sono i tempi con cui la politica (con le istituzioni) dà le risposte ai soggetti economici. Va ad ampio giro Totoni Sanna, da un decennio presidente dell’organizzazione che nella sola provincia di Nuoro riunisce circa 140 cooperative, delle 700 della regione, con dentro circa 5mila addetti e 1200 salariati. Questioni e problemi evidenziati nella sala convegni della Lariso, a Pratosardo, durante la direzione regionale della Legacoop, che ha visto l’intervento del presidente nazionale, Mauro Lusetti. Per Sanna una delle ultime assise come presidente, visto che proprio durante i lavori ha annunciato di non ricandidarsi alla scadenza del mandato, nel 2019.

Il tempo trascorso sulla plancia di comando vorrebbe però metterlo ancora a frutto. Prima di tutto col racconto, quasi pedagogico, dell’ultime conquiste: «Nel 2016 abbiamo fatto nascere a Oliena una cooperativa olearia con 150 soci. L’indomani sulla scora della prima se n’è formata una seconda, di 40 soci, nel settore vitivinicolo. Credo sia il segno tangibile che gli operatori se stimolati con argomenti validi accolgono di buon grado la via della cooperazione». Prima però c’è da evitare il pericolo della sfiducia e l’idea che l’obiettivo non si possa raggiungere: «Le responsabilità sono di chi ha la guida del settore economico. L’esempio più vicino sono le elezioni per il rinnovo della dirigenza della Camera di Commercio, quando è stato evidente l’obiettivo di alcuni di conservare il proprio posto invece di anteporre una visione di prospettiva».

Gli altri limiti Sanna li individua nella tempistica delle istituzioni. Anche in questo ambito con un caso concreto: «Il progetto di rilancio del Nuorese è una buona scelta, anche perché partito dal basso. Il problema sono i ritardi nella burocrazia tanto che quando poi arrivano i soldi le imprese o hanno già chiuso oppure non c’è più fiducia su quanto si era detto e garantito». Proprio per non essere il primo che dopo averla criticata si iscrive alla scuola di pensiero del pessimismo, il dirigente di Legacoop racconta di tante imprese che nel Nuorese vanno bene: «Le aziende storiche del settore lattiero caseario, con in testa il marchio Lacesa, di Bortigali, che da poco ha superato i 110 anni. L’altro settore di peso è quello dei servizi alla persona, che costituiscono un elemento di forza dell’economia e della realtà sociale nel suo complesso del Nuorese. Ci sono alcuni esempi anche nel campo della cultura (biblioteche e gestione di siti archeologici) e del turismo. Qui si potrebbe fare di più, se noi per primi avessimo la convinzione del valore della ricchezza presente in quegli ambiti».

Totoni Sanna ricorda che la cooperazione ha allungato la vita anche al settore delle costruzioni, entrato in agonia in tutta l’isola. E questo proprio grazie al mutualismo connaturato nelle coop: «Oggi però abbiamo consumato anche quella riserva. A parte qualche realtà storica, la crisi dell’edilizia è profonda. Siamo in attesa della normativa per il settore (la legge urbanistica regionale, ndc) e a qual punto ci potrebbe essere un futuro».

I primi attori di un nuovo corso economico però Sanna li individua nel territorio: «C’è da superare qualche sacca di individualismo, e va bene. I dirigenti delle organizzazioni economiche devono lasciare da parte personalismi e visioni settarie e unire le forze. Le rappresentanze politiche debbono sostenere questo percorso. Poi, dico, è tempo di finirla di pensare al passato, di continuare a discutere e gloriarci, o recriminare, rispetto a quanto siamo stati nel passato. Ci sono intelligenze e persone che vogliono vivere nella propria terra. Va data fiducia».

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