La Nuova Sardegna

Nuoro

Aree verdi in abbandono e la giunta non ha un piano

di Stefania Vatieri
Aree verdi in abbandono e la giunta non ha un piano

La cura di 70mila metri quadri e 6500 piante affidata ad appena due giardinieri Gli alberi capitozzati in inverno sono ammalati, aiuole e giardini bruciati dal sole

28 luglio 2018
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NUORO. Lo scenario è desolante da qualsiasi angolazione lo si guardi: aree verdi abbandonate, ridotte a un cumulo di sterpaglie tra latrine, rifiuti, escrementi e nugoli di mosche. Aiuole invase da cespugli e alberi ormai malati, indeboliti da potature selvagge sempre più spesso decise all'ultimo momento. È questa la fotografia del verde pubblico cittadino, dove di verde però resta poco o nulla, e ciò che balsa agli occhi e invece è una vera emergenza ambientale. Dai giardini di piazza Vittorio Emanuele a quelli di piazza Italia, dove a dominare sono le erbacce e l'immondizia, per arrivare fino a piazza Indipendenza, proprio a pochi passi dal palazzo civico. Anche qui lo scenario è sempre lo stesso: montagne di sterpaglie e nessun tipo di irrigazione, nonostante sia presente un impianto per l’irrigazione.

Come mai? «Il problema è la poca lungimiranza delle amministrazioni comunali che negli anni si sono alternate senza mai mettere in campo una seria politica di manutenzione del patrimonio verde della città», dice con fermezza Felice Corda, ex direttore dell'Ente Foreste di Nuoro e attuale commissario straordinario del Comune di Sarule. Un degrado che starebbe compromettendo anche il ricco patrimonio arboreo cittadino, con oltre 6500 alberi presenti e ben 70mila metri quadri di verde pubblico. E appena due giardinieri a disposizione.

I primi a risentirne sono stati i lecci messi a dimora lungo alcune strade del centro, colpiti a più riprese da un fungo killer che ne ha compromesso la salute. Stesso destino anche per i 450 maestosi platani della città, recentemente sottoposti a "capitozzatura", e ricoperti da una patina biancastra che evidenzia il propagarsi di una grave patologia fungina. «L'ennesima cronaca di una morte annunciata – prosegue Felice Corda – . Com’era nelle previsioni, purtroppo, l’insensata capitozzatura degli alberi ornamentali in città effettuata nella trascorsa primavera, ha prodotto i suoi nefasti effetti soprattutto nei platani che adornano quasi tutte le vie cittadine. Il violento accorciamento del tronco e delle branche primarie, i rami, ha lasciato le piante senza le sue difese naturali e cosi i tessuti e la corteccia esposta improvvisamente ai raggi solari si sono gravemente ammalate, e se non curate moriranno».

Una scelta che l'allora assessore al Verde pubblico Giuliano Sanna definì come necessaria e in linea con le esigenze economiche del Comune barbaricino, ma che nei fatti non aveva mai trovato il consenso di addetti ai lavori e cittadini, tra i quali dell'ex direttore dell'Ente Foreste nuorese, che aveva sostenuto quanto erroneo “capitozzare” gli alberi con l'obiettivo di ridurre gli e portare così importanti risparmi per l’amministrazione. Certo, gli alberi non si sono ammalati tutti negli ultimi anni, le responsabilità vengono da lontano. I tagli al servizio giardini risalgono più indietro di quanto si immagina e le inefficienze sono ben note, ma di fronte a un'emergenza che sta diventando una malattia cronica finora i provvedimenti messi in campo non solo non sono adeguati ad arginare la frana, ma mancano anche di qualsiasi prospettiva.

C'è un piano per curare, migliorare e rimpiazzare il verde pubblico? «La risposta è no – commenta Chiara Flore, assessore comunale con recente delega al Verde Pubblico –. Sono consapevole che la situazione generale è molto difficoltosa ma ci stiamo attivando compatibilmente con le risorse per risolverla. Una possibilità che stiamo valutando è quella di dare in gestione a una ditta specializzata la cura del verde pubblico». Se ne parlerà dopo l’estate, insomma.

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