La Nuova Sardegna

Nuoro

Imposta sulle insegne Per la Confesercenti è «una vessazione»

Imposta sulle insegne Per la Confesercenti è «una vessazione»

NUORO. La Confesercenti scrive al sindaco di Nuoro richiedendo un incontro per discutere dell’imposta sulle insegne. «È notizia di questi giorni che il personale incaricato dalla società...

12 agosto 2018
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NUORO. La Confesercenti scrive al sindaco di Nuoro richiedendo un incontro per discutere dell’imposta sulle insegne. «È notizia di questi giorni che il personale incaricato dalla società concessionaria del servizio di accertamento e riscossione della Tassa sulla pubblicità stia, nell’ambito delle proprie attività di rilevamento dei dati, presentandosi nelle varie attività commerciali e artigianali della città con un atteggiamento discutibile e secondo alcuni da considerare a dir poco vessatorio – scrive Confesercenti al primo cittadino –. Diversi operatori, infatti, hanno segnalato all’associazione azioni di vero e proprio terrorismo psicologico, lamentando il fatto che il personale incaricato si limiti a misurare e fotografare le insegne declinando qualsiasi contradditorio con gli operatori interessati e non lasciando loro il tempo per le necessarie e opportune verifiche».

«Riteniamo indispensabile un incontro preliminare con l’amministrazione comunale per definire le regole del gioco – dice Roberto Cadeddu Presidente della Confesercenti nuorese – non ci si può limitare a dire agli operatori che in tutti i casi viene assicurato a loro il diritto di ricorrere, non mi sembra corretto. Voglio ricordare a riguardo che i ricorsi andrebbero presentati alla commissione tributaria e molto spesso la pratica diventa di gran lunga più costosa dell’imposta contestata».

«L’esperienza degli ultimi anni ci dice – aggiunge Gian Battista Piana, direttore dell’associazione – che gli importi pretesi sono stati spesso conseguenza di arbitrarie ed artificiose interpretazioni della normativa da parte della società a suo tempo incaricata che, aimè indisturbata, si è permessa per anni di quantificare allegramente l’imposta disattendendo circolari e risoluzioni ministeriali chiare e precise».

«Ci riferiamo – concludono i dirigenti della Confesercenti – a situazioni, solo per citarne alcune, legate agli arrotondamenti in caso di pluralità di insegne, all’individuazione del soggetto passivo e alla definizione stessa del concetto di insegna, utilizzate spesso in passato per far lievitare le superfici tassabili e conseguentemente l’imposta. Da qui la necessità di un chiarimento preventivo con l’amministrazione».

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