La Nuova Sardegna

Nuoro

L’opposizione sulla crisi: «Nessun aiuto a Soddu»

di Francesco Pirisi
L’opposizione sulla crisi: «Nessun aiuto a Soddu»

Nove esponenti della minoranza consiliare sottoscrivono una posizione comune «Non saremo la stampella di un sindaco che vuole solo mantenere la poltrona»

19 agosto 2018
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NUORO. In mezzo ai venti contrari che soffiano nella maggioranza comunale arriva il tornado dell’opposizione. La minoranza bolla l’iniziativa del sindaco Andrea Soddu di rilanciare la coalizione vincitrice delle ultime elezioni come «un teatrino penoso, dove Soddu ormai da settimane insegue i suoi ex alleati proponendo soluzioni improbabili alla crisi politica». Ma il dato di sostanza è che i gruppi di opposizione non garantiranno alcun appoggio per la salvezza del governo civico: «Non saremo la stampella di un sindaco che vuole solo rimanere aggrappato alla poltrona». Concordato e sottoscritto dai nove esponenti di minoranza, che vanno dalla sinistra Pd di Alessandro Bianchi alla destra di Basilio Brodu, Pier Luigi Saiu e Peppe Montesu, ai consiglieri Leonardo Moro e Tore Sulas (entrambi ex Pd), Mara Sanna (Cinque Stelle), Gian Pietro Gusai (Partito dei sardi) e Nicola Porcu, alle elezioni nella lista “La Nuoro che vogliamo”, collegata al sindaco uscente Bianchi. Posizione che vale innanzitutto una riposta allo stesso Soddu, pronto a mettere tra le possibilità anche una sorta di amministrazione di “salute pubblica”, nel caso del permanere delle posizioni di rottura manifestate da parte del Psd’Az e della Città in Comune. «Considerata la situazione di difficoltà del nostro comune, soprattutto per le vecchie pendenze finanziarie, è stato auspicato un meccanismo di coinvolgimento delle varie forze politiche. Lo vedrei come un segno di maturità democratica». Tradotto nella visione politica delle opposizioni una minestra indigeribile solo al solo pensiero di vedersela proporre. Perché c’è la distanza di chi si è presentato su fronti e con programmi differenti alle comunali, e la critica sulle scelte amministrative. Così ribadita nell’attualità dagli oppositori: «Per tre anni abbiamo ascoltato balle. Quelle sulle indennità, sulla capitale della cultura, sul risanamento dei conti e il piano delle periferie (bloccato con il carico di 18 milioni di euro nel livello nazionale, da un decreto del governo, ndc). Oggi assistiamo a dichiarazioni inverosimili e ormai poco credibili rilasciate da chi non rappresenta più niente e millanta responsabilità e senso civico». Tra le conseguenze del “crack” nella maggioranza, «la scelta del sindaco di comprimere la giunta sino a rimanere con due assessori, per riuscire ad approvare gli equilibri di bilancio. Quella delibera dovrà passare anche in aula, ma mancano i numeri per darle il via libera. Mentre non c’è ancora il rendiconto dell’anno scorso. È una cosa gravissima – aggiungono - rispetto alla quale chi deve esercitare un controllo rigoroso, a iniziare dalla Regione, manifesta invece una singolare distrazione».

Per i consiglieri dei gruppi di opposizione questioni e atti ancora aperti che sono la conferma del blocco: «Il tempo passa, le cose da fare si accumulano e non si uscirà da questa crisi con la goffa improvvisazione a cui il sindaco ci ha abituati in questi tre anni. Tanto che a questo punto avrebbe già dovuto fare un passo indietro». Dimissioni sùbito.

Mentre la coalizione tenta invece di rimettere insieme i cocci, con un impegno massimo di Soddu: «Non mollo e in questo momento ci sono gli elementi per rilanciare l’amministrazione». Ma senza giurare di riuscirsi: «Si va avanti solo se ci sono le condizioni». Le quali possono essere assicurate solo da chi ha avuto il mandato popolare di amministrare nel 2015, mentre le opposizioni credono che oggi tornare al voto sia la cosa più vantaggiosa per la città.

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