La Nuova Sardegna

Nuoro

I genitori degli autistici: «Fateci aprire il centro»

di Valeria Gianoglio
I genitori degli autistici: «Fateci aprire il centro»

«La struttura diurna di Marreri è pronta da due anni ma serve l’accreditamento» «Senza, sarebbe troppo cara per le famiglie. Per i nostri figli è un progetto di vita»

22 agosto 2018
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NUORO. «Ma diciamo le cose come stanno: quando noi moriamo, loro dove vanno? Questo non è un semplice centro diurno, ma un vero progetto di vita, per i nostri figli e per tutti coloro che sono affetti da autismo. Perché tutti noi genitori ci chiediamo: che fine faranno quando noi non ci saremo più? Come possiamo renderli persone autonome, impegnate in varie attività e parte della società? Quel centro, nelle campagne di Marreri, costato due milioni e dotato di spazi adeguati, rappresenta la speranza per noi e per tante famiglie che ora sono in difficoltà, che non hanno un attimo di tregua. La struttura è pronta da più di due anni, ma senza l’accreditamento regionale, senza una convenzione tra la fondazione che l’ha realizzata e l’Asl, dove quest’ultima si accolli buona parte delle spese, non possiamo aprire. Perché nessuna famiglia – in Sardegna parliamo di circa 9500 e in provincia di Nuoro di circa 900 – potrebbe permettersi di pagare tremila euro al mese. Ma a noi piace credere che la situazione si possa sbloccare al più presto». A Renzo Marrazzu e Speranza Ortu, nonostante tutto, piace pensare positivo. Architetto a Nuoro lui, insegnante lei e residente a La Caletta, sono da tempo ai vertici di due organi – la fondazione Marreri e l’Angsa, associazione nazionale genitori di persone autistiche – che si battono, a vario titolo, per consentire alle persone autistiche di avere più diritti, autonomia, una legge regionale ad hoc, e una equipe multidisciplinare dell’ex Asl che costituisca un riferimento prezioso in tema di autismo. In poche parole: un futuro migliore.

Un paio di anni fa, dopo tanto tribolare, altrettanto impegno e un progetto redatto da un vero luminare nel campo dell’autismo, lo psicologo Lucio Moderato, la fondazione Marreri, della quale Renzo Marrazzu è vicepresidente, e l’Angsa, che ora guida in Sardegna Speranza Ortu, riescono, grazie al via libera della Provincia di Nuoro, e alla piena disponibilità del’istituto Agrario, a convertire uno degli spazi della scuola, a Marreri, in un centro diurno per persone autistiche unico, sotto diversi profili, in Sardegna. La struttura, pensata per accogliere durante il giorno al massimo 40 persone tra mattina e pomeriggio, è stata realizzata secondo le linee guida di una delibera regionale che vale per diverse malattie gravi, e non solo per l’autismo. «Ma speriamo che al più presto la Regione faccia una legge ad hoc proprio sull’autismo, perché ce n’è bisogno», spiegano Renzo Marrazzu e Speranza Ortu. Ma il centro diurno di Marreri, nel frattempo, è più che pronto: anzi, dalla data di completamento dei lavori e dalla sistemazione degli arredi, ha accumulato, purtroppo, solo una dose industriale di polvere. E con esso, la polvere è scesa anche su un progetto al quale la fondazione Marreri, presieduta da Tonino Ladu, e l’Angsa Sardegna, credono in modo convinto. «A chi dice che sarebbe un “parcheggio” per i nostri figli, rispondiamo che non conoscono il progetto che vi sta dietro e i professionisti che lo hanno preparato – dicono Renzo Marrazzu e Speranza Ortu – il centro sarebbe un sollievo per tante famiglie, e costituirebbe solo la prima tappa di un percorso molto più ampio che punta a garantire una forma di autonomia e di vera inclusione sociale ai nostri figli. Perché attualmente, dopo che finiscono gli anni di scuola, non c’è nulla. Dall’apertura del centro diurno vogliamo solo che comincino un percorso che li porti anche a vivere l’esperienza di piccole strutture residenziali in città. Vogliamo che sappiamo come muoversi quando noi non ci saremo più. Che siano preparati alla vita».

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