La Nuova Sardegna

Nuoro

Ollolai in festa per il nuovo parroco

di Michela Columbu
Ollolai in festa per il nuovo parroco

Il giovane don Luca Mele, nuorese di Santu Predu, accolto da tutto il paese

28 agosto 2018
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OLLOLAI. Da Oliena a Ollolai per guidare la comunità parrocchiale, la stessa che fino al 30 giugno scorso ha avuto come guida per ben 22 anni don Filippo Fancello da meno di due mesi in pensione nella sua Dorgali. Domenica pomeriggio ha fatto il suo ingresso a Ollolai il giovane don Luca Mele, nuorese di Santu Predu, 36enne alla prima guida di una parrocchia. È stato accompagnato dai suoi parrocchiani di Oliena, quelli di Sant’Ignazio da Loyola, dal primo cittadino Sebastiano Congiu e dal Vescovo Mosè Marcia, oltre che dalla sua numerosa famiglia.

È arrivato verso le 18 in una piazza Marconi addobbata a festa e che si apprestava a festeggiare il nuovo parroco ma anche l’ultima giornata in onore di San Bartolomeo. Ad accoglierlo in fascia tricolore il Sindaco Efisio Arbau, con i parrocchiani di San Michele Arcangelo, alcuni in abito tradizionale, e i colleghi parroci della forania e del territorio, tra i quali anche don Filippo Fancello. Una cerimonia scandita dai momenti di passaggio delle consegne, in una chiesa che a malapena è riuscita a contenere tutte le persone presenti. Dopo l’omelia del vescovo durante la messa incentrata sull'importanza delle parole e del contesto in cui vengono utilizzate, e dopo la preghiera di don Filippo per le famiglie e soprattutto per quella di don Luca, è stato don Luca a prendere la parola. «Ho un ottimo ricordo di Ollolai – ha spiegato ilgiovane parroco – dalla festa degli incontri di giugno 2017, trovando nella comunità un clima di accoglienza e festa, lo stesso che ho trovato nei giorni scorsi durante il trasloco».

E nella sfilza di ringraziamenti, quello più sentito è stato per Don Filippo: «Un esempio di zelo e umiltà – ha detto – vengo qui per conoscere e condividere. La religione di Cristo non può essere nè comoda nè divertente, scriveva Giovannino Guareschi, ideatore di Don Camillo, anch’egli trasferito in un paesino di montagna. Questo non esclude la bellezza e il fascino dell'efficacia dell'esperienza cristiana».

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