Borore, il Gionaba park da discarica ad area verde
di Alessandra Porcu
Tre volontari trasformano la zona di via Lazio in un’oasi aperta a tutti «Il nostro sogno è di realizzare in questo terreno un vero giardino botanico»
07 settembre 2018
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BORORE. Otto anni fa era un’immensa discarica abusiva a cielo aperto. Oggi quel terreno di proprietà comunale è una verde distesa di alberi, colorata e abitata da fiori e piante di ogni specie. Il “Gionaba park”, così è stato ribattezzato da Giovanni Porcu, Natalino Niola e Bastiano Cossu che con dedizione se ne prendono cura ogni giorno, si trova a Borore in via Lazio. Un esempio di come la volontà, l’impegno e il grande senso civico di tre comuni cittadini possano davvero cambiare il corso delle cose. Tutto ha avuto inizio nel 2010 quando l’amministrazione civica dell’epoca decise di bonificare l’area.
Mezzi e operai liberarono quell’ettaro di terra da erbacce, sacchi di immondizia, pneumatici, materassi, lamiere e rottami di ferro. Fu in quel preciso istante che Giovanni, Natalino e Bastiano ebbero l’autorizzazione di gestire in completa autonomia il podere. Stagione dopo stagione iniziarono a mettere a dimora decine di alberi da frutto, una settantina di ulivi, piante grasse, erbe officinali, ortaggi e fiori. Man mano che il tempo passava il “Gionaba park” diventava sempre più rigoglioso e accogliente. E così, dopo essersi trasformati in provetti giardinieri, i suoi tre custodi hanno sfoderato doti da falegnami e persino da scultori. Con delle vecchie botti di legno hanno realizzato fioriere e panche, con le pietre confortevoli tavoli, uno dei quali è la perfetta riproduzione della Sardegna.
E poi hanno costruito passerelle sotto le quali d’inverno scorre l’acqua. E ancora fontane di varie forme e grandezza. Il “Gionaba park” è diventato un piccolo angolo di paradiso dove tutti, nessuno escluso, possono andare a passeggiare, a prendere il fresco o a mangiare qualcosa in compagnia a qualsiasi ora e in qualsiasi giorno. «L’importante – precisano Giovanni, Natalino e Bastiano –, è che si abbia rispetto per il parco e per il lavoro che viene fatto al suo interno». Il sogno è quello di trasformare l’area in un giardino botanico da far visitare anche alle scolaresche. L’idea, che già ha preso forma, è quella di sistemare accanto a ogni albero, pianta e fiore un sasso con l’incisione del nome della specie a cui appartiene.
Ma tra un’ortensia e una lantana, un sorbo e un tasso è anche possibile trovare il castagno di nome Tommaso, l’ulivo Rebecca, il ciliegio Virginia e il fico Mario. Un omaggio che i tre custodi del “Gionaba park” hanno voluto fare a persone a loro molto care. Insomma, il parco riserva davvero sorprese inaspettate. E potrebbe presto trasformarsi in un attrattiva per gli appassionati di botanica
Mezzi e operai liberarono quell’ettaro di terra da erbacce, sacchi di immondizia, pneumatici, materassi, lamiere e rottami di ferro. Fu in quel preciso istante che Giovanni, Natalino e Bastiano ebbero l’autorizzazione di gestire in completa autonomia il podere. Stagione dopo stagione iniziarono a mettere a dimora decine di alberi da frutto, una settantina di ulivi, piante grasse, erbe officinali, ortaggi e fiori. Man mano che il tempo passava il “Gionaba park” diventava sempre più rigoglioso e accogliente. E così, dopo essersi trasformati in provetti giardinieri, i suoi tre custodi hanno sfoderato doti da falegnami e persino da scultori. Con delle vecchie botti di legno hanno realizzato fioriere e panche, con le pietre confortevoli tavoli, uno dei quali è la perfetta riproduzione della Sardegna.
E poi hanno costruito passerelle sotto le quali d’inverno scorre l’acqua. E ancora fontane di varie forme e grandezza. Il “Gionaba park” è diventato un piccolo angolo di paradiso dove tutti, nessuno escluso, possono andare a passeggiare, a prendere il fresco o a mangiare qualcosa in compagnia a qualsiasi ora e in qualsiasi giorno. «L’importante – precisano Giovanni, Natalino e Bastiano –, è che si abbia rispetto per il parco e per il lavoro che viene fatto al suo interno». Il sogno è quello di trasformare l’area in un giardino botanico da far visitare anche alle scolaresche. L’idea, che già ha preso forma, è quella di sistemare accanto a ogni albero, pianta e fiore un sasso con l’incisione del nome della specie a cui appartiene.
Ma tra un’ortensia e una lantana, un sorbo e un tasso è anche possibile trovare il castagno di nome Tommaso, l’ulivo Rebecca, il ciliegio Virginia e il fico Mario. Un omaggio che i tre custodi del “Gionaba park” hanno voluto fare a persone a loro molto care. Insomma, il parco riserva davvero sorprese inaspettate. E potrebbe presto trasformarsi in un attrattiva per gli appassionati di botanica