La Nuova Sardegna

Nuoro

Delitti Orune-Nule, parola alla difesa

Delitti Orune-Nule, parola alla difesa

Corte d’assise, a sorpresa spuntano due relazioni del nucleo cinofilo di Firenze

13 settembre 2018
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NUORO. Ripresa al calor bianco per il processo in Corte d’assise sul duplice omicidio di Orune e Nule. Dopo la pausa estiva il dibattimento è ripreso più infuocato di prima: con l’avvicinarsi della sentenza, prevista per la prima metà di ottobre, e le deposizioni dei testi della difesa di Alberto Cubeddu, il giovane di Ozieri accusato dell’omicidio di Gianluca Monni e della scomparsa di Stefano Masala di Nule. Ieri mattina nel palazzo di giustizia di Nuoro, è apparsa chiara la volontà da parte del pm , Andrea Vacca, e delle parti civili di impedire l’esame dibattimentale di Alessandro Taras, il testimone che in un incidete probatorio aveva accusato l’imputato di aver dato alle fiamme l’Opel Corsa di Masala utilizzata – secondo la tesi della procura di Nuoro – per l’agguato allo studente orunese ucciso il 7 maggio 2015. Il presidente Giorgio Cannas, ha rigettato la richiesta e subito dopo è toccato al professor Bruno Pellero. Il consulente della difesa, esperto di telecomunicazioni e tra i padri della moderna telefonia radiomobile, ha spiegato, con i mano i tabulati acquisiti nel corso dell’indagine l’interpretazione dei dati che non possono essere considerati attendibili. «Anzi – ha sottolineato l’ esperto – Vodafone in una sua nota dice che non bisogna tenerne conto». Tra una spiegazione tecnica e l’altra, Pellero che tiene corsi per conto del Csm ai magistrati e collabora con l’Arma, ha ribadito che la connessione dati del telefonino di Cubeddu in alcune circostanze ben individuabile, può essere certificata. In particolare non lo è in alcune momenti della giornate cruciali nel corso del quali Cubeddu avrebbe aiutato suo cugino Paolo Enrico Pinna (condannato in due gradi di giudizio a 20 anni ) a mettere in atto il disegno omicida. Ma l’udienza di ieri ha riservato un altro colpo di scena. Durante l’esame del conduttore del cane molecolare, un segugio impegnato nella ricerca di Stefano Masala, è emerso che le relazioni dell’unità cinofila dei carabinieri di Firenze sarebbero due: una in mano alla difesa con le sole ricerche olfattive del giovane di Nule, e l’altra diversa, in mano al pm e alle parti civili, con la ricerca delle tracce di Pinna che pare sarebbero state rinvenute. La relazione sarebbe stata comunque depositata in corte d’Assise e ieri si è resa necessari un’ ulteriore interruzione per risolvere il giallo e cercare la documentazione. Si riprende il 18 settembre. (g.f.)



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