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Nuoro

Saldi a Nuoro, i commercianti: «Salvati dai tanti turisti»

di Kety Sanna
Saldi a Nuoro, i commercianti: «Salvati dai tanti turisti»

I dati per i negozianti del corso Garibaldi sono buoni anche se non entusiasmanti  «Il cattivo tempo non ha favorito gli acquisti ma ha attirato in città i vacanzieri»

13 settembre 2018
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NUORO. La ripresa economica è ancora lontana ma per molti commercianti nuoresi i saldi di fine stagione hanno fatto intravedere qualche piccolo segnale. Uno spiraglio per un settore, soprattutto quello tradizionale, che da qualche anno fa i conti con una crisi profonda legata all’aumento delle vendite online ma anche al calo del potere d’acquisto delle famiglie. Nel capoluogo barbaricino i saldi sono partiti a rilento, salvo poi registrare un incremento, seppur non eccezionale, tra fine luglio e la prima metà di agosto. Leggermente al di sotto delle aspettative, hanno comunque contribuito a sollevare le sorti di una stagione primaverile molto “bassa”. Settimane di vendite speciali nel Corso Garibaldi in cui il settore dell’abbigliamento ha fatto da padrone, si sono concluse qualche giorno fa e ora, mentre riordinano gli scaffali con i capi invernali, i commercianti fanno i conti.

Soddisfatti i titolari dello storico negozio Dadea di piazza Vittorio Emanuele, i fratelli Isacco e Natascia che parlano di un incremento delle vendite del 10 per cento. «Siamo andati bene – hanno detto – meglio rispetto all’anno scorso che già aveva registrato un aumento rispetto al precedente –. I nostri clienti sono diversi: ci sono quelli che acquistano sempre e altri che preferiscono aspettare i saldi. Spesso sono le statistiche – aggiungono i due commercianti – a fare previsioni sbagliate».

Gli affari sembrano essere andati positivamente anche per altri negozi della parte alta del Corso cittadino. «Non posso lamentarmi – ha infatti aggiunto Dina Manca del negozio Max&Co – Penso che le vendite siano state più o meno come un anno fa. Inoltre quest’estate, oltre ai soliti clienti, ho venduto molto ai turisti, soprattutto giovani».

Tra i commercianti però, non sono mancate le voci contrastanti. Lina Pisano del negozio Bimbi Eleganti e Pietro Pilu di Dolci Monelli hanno parlato di affari in calo anche se con i saldi sono riusciti a vendere di più. Qualche metro più avanti, Paola Floris di “Oltre” ha definito questa una «stagione lenta».

«Anche il cattivo tempo – ha commentato la titolare del negozio di abiti – ha contribuito a rendere svogliati i cittadini. Ricordo anni in cui quando si partiva con i saldi i negozi erano pieni e a volte si formano le file fino all’esterno. Oggi tutto è cambiato. Noi che lavoriamo in franchising, per esempio, facciamo promozioni tutto l’anno e forse anche questo induce i cittadini ad acquistare meno d’estate. I saldi stagionali per me non hanno più senso». Pure Daniela Cottone del negozio Terranova ha attribuito il lieve calo delle vendite di questa stagione alle bizzarrie del tempo anche se, dall’altro lato, ha sorriso ripensando ai turisti arrivati della costa. Alessandro Padovan di 7 Camice, invece, ha parlato di un netto calo delle vendite, anche del 20 per cento.

Su un punto però i commercianti nuoresi del Corso Garibaldi si trovano d’accordo: la proposta del vicepremier Luigi di Maio sulla chiusura domenicale dei centri commerciali li vede uniti. «Lavorare anche la domenica – ha sottolineato Isacco Dadea – non porta ulteriori introiti nelle tasche dei commercianti. Capisco in alcuni periodi dell’anno ma penso che, domeniche e festivi, siano sacrosanti per tutti. Sono contrario e ritengo che se si dovesse parlare di apertura domenicale allora lo si dovrebbe fare per tutti i settori».

Dello stesso tenore i pensieri degli altri colleghi che, pur non abbracciando favorevolmente l’ipotesi della perdita di centinaia di posti di lavoro, pensano che le vendite non avrebbero un andamento diverso se si lavorasse anche la domenica.

«Le nostre attività sono penalizzate dall’apertura domenicale dei centri commerciali – ha aggiunto Dina Manca – ma i nostri clienti sono a conoscenza degli orari che facciamo e vengono in negozio quando sono certi di trovarlo aperto».

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