La Nuova Sardegna

Nuoro

Nuoro, politica comunale: crisi in un vicolo cieco

Alessandro Mele
Nuoro, politica comunale: crisi in un vicolo cieco

E' polemica dopo il ritiro del punto all’ordine del giorno sugli equilibri di bilancio

15 settembre 2018
3 MINUTI DI LETTURA





NUORO. La crisi comunale sembra entrata in un vicolo cieco, specie dopo l’ultimo episodio in consiglio, con il ritiro del punto all’ordine del giorno sugli equilibri di bilancio. Episodio che ha provocato indignazione tra i banchi dell’opposizione, che ha occupato l’aula chiedendo le dimissioni di sindaco e del presidente del consiglio. Per molti cittadini, invece, quest’ultimo atto ha il sapore della goccia che fa traboccare il vaso. Ad alcuni di loro, rappresentativi delle rispettive professioni o comunque attenti ai temi della vita cittadina, abbiamo chiesto un parere su quanto accade in municipio. «Ormai c’è troppa confusione in questa città che versa in uno stato di degrado totale – commenta l’avvocato Mario Lai, decano del Foro di Nuoro –. Trovo carenze spaventose, unite al fatto che quando non si sente la necessità di migliorare il volto della propria città e abbandonarla al proprio destino si dimostra automaticamente incapacità a tutto tondo. Vedo irresponsabili a tutti i livelli: c’è una prevalenza di interessi di gruppi politici rispetto a ciò che è considerabile il bene comune. È da qui che deriva la situazione attuale».

Di abbandono che parla anche don Pietro Borrotzu, direttore della Pastorale del lavoro: «Tante colpe sono da attribuire alle azioni del governo centrale – dice il parroco di Beata Maria Gabriella – ma che maggioranza bulgara è una che si autogestisce con un solo consigliere di vantaggio? Si sta creando un grande problema di percezione da parte dei cittadini: dopo le aspettative iniziali, la maggioranza Soddu ha consumato tutti i bonus a causa di un’azione politica non particolarmente significativa: per esempio le periferie sono nello stesso stato di prima, se non peggiorate».

Felice Corda, commissario del Comune di Sarule e prima di Orgosolo, dà un’altra chiave di lettura, in particolare sull’ultimo episodio in Consiglio: «La colpa non è certo di natura amministrativa. I sindaci non sono obbligati ad avere competenze sui bilanci, le falle che si stanno creando arrivano dal lavoro degli uffici e dei dirigenti preposti: non si può pretendere di avere pareri favorevoli su previsionale ed equilibri se non si conosce quanto si è speso l’anno prima. Il rendiconto 2017 è la chiave e sarebbe dovuto arrivare prima». Per Giovanni Carroni è un problema che si trascina: «Nuoro è indebitata da anni – afferma l’attore e regista – la strada giusta è quella del dibattito, certo è che la maggioranza paga la propria inesperienza. La crisi viene da lontano: il problema è che Nuoro deve riprendersi il ruolo di capoluogo di provincia, perché è vero che la città soffre ed è in stato di abbandono, ma non da oggi, e la Regione non deve lasciarci soli: arrivano soldi da tutte le parti meno che a Nuoro». A chiudere il giro di pareri Ciriaco Offeddu, manager e scrittore, che predica prudenza e riflessione: «C’è grande amarezza per quello che sta succedendo, la situazione merita un serio approfondimento da parte di tutti, non solo sotto il punto di vista tecnico ed economico, ma anche soprattutto sotto il profilo politico. Mi riservo di intervenire al più presto in modo più puntuale».

In Primo Piano
L’industria delle vacanze

Tassa di soggiorno, per l’isola un tesoretto da 25 milioni di euro

Le nostre iniziative