La Nuova Sardegna

NUORO. Per la difesa il processo non sarebbe proprio dovuto cominciare e per diverse ragioni, a cominciare dal fatto che il corso contestato si è fatto e concluso, e che la Regione che lo aveva promosso non ha avuto nulla da obiettare o segnalare come presunta irregolarità. Per l’accusa, invece, la vicenda meritava eccome di finire al vaglio dei giudici e i tre indagati meritavano di finire a processo, come poi, effettivamente, è successo: sono il vice sindaco di Orgosolo, Salvatora “Bora” Podda, il ragioniere dello stesso Comune, Angela Corda, e l’imprenditore di Macomer che organizzava i corsi, Pierpaolo Pani. Sono finiti a giudizio, a vario titolo, per i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. In base alle indagini del commissariato di polizia di Orgosolo, i tre avrebbero organizzato corsi di formazione all'interno di un progetto promosso dal Consorzio Cuncordia, fuori dai tempi previsti per ricevere i finanziamenti e per riuscire nell'intento di ottenere i fondi avrebbero scritto il falso, cambiando le date in alcuni elenchi. Per gli avvocati difensori Giovanna Angius, Andrea Gaddari, Marcello Mereu e Tullio Moni, si tratta di accuse prive di fondamento. Il processo ieri è ripartito da zero perché nel frattempo c’è stato il cambio del collegio giudicante e la difesa non ha dato il consenso alla rinnovazione dell’istruttoria tramite la semplice lettura degli atti. E così, ieri mattina, davanti al tribunale collegiale, si sono ripresentati gli stessi testi che avevano già deposto mesi fa. E tra loro ha deposto anche il sindaco di Orgosolo, Dionigi Deledda. Alcuni mesi fa, quando aveva deposto in aula per la prima volta, il primo cittadino aveva spiegato che per quanto gli risultasse non ci fosse nulla di irregolare in quei corsi. Ieri, alla domanda del pm Ireno Satta «Conferma le dichiarazioni già rese nelle precedenti udienze?», Deledda ha risposto «Confermo». Il processo riprenderà il 28 settembre. (v.g.)