La Nuova Sardegna

Nuoro

Il vescovo di Nuoro pronto a “dimettersi”

di Mario Girau
Monsignor Mosè Marcia
Monsignor Mosè Marcia

Monsignor Marcia compie 75 anni. La parola passa a Papa Francesco: deciderà entro dicembre 

16 settembre 2018
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NUORO. Tra qualche giorno, se non l’ha ancora fatto, monsignor Mosè Marcia invierà al Papa la lettera di dimissioni dall’incarico di vescovo di Nuoro. Una norma canonica stabilita nel 1966 da Paolo VI, confermata lo scorso febbraio da un “motu proprio”, obbliga, al compimento di 75 anni d’età, vescovi diocesani, capi dicastero “non cardinali” e i nunzi apostolici, a rimettere l’incarico nelle mani del Sommo Pontefice. Sono invitati, tuttavia, a rimanere al loro posto fino alla comunicazione ufficiale dell’accettazione delle dimissioni o della proroga. Nel volgere di due, tre mesi si conosceranno le risoluzioni della Santa Sede. È, questo, il tempo che il Papa si prenderà per decidere se prorogare nell’incarico per un biennio monsignor Marcia, che il 10 ottobre prossimo festeggerà i tre quarti di secolo. Un provvedimento straordinario, non la regola, cui Bergoglio in questi ultimi anni ricorre con una certa frequenza. In Sardegna nel 2017 ha bloccato il pensionamento prima di Ignazio Sanna, arcivescovo di Oristano, poi, a settembre, del presidente della Conferenza episcopale sarda e arcivescovo di Cagliari, Arrigo Miglio. Stessa sorte sarebbe toccata a monsignor Paolo Atzei, se non avesse insistito nella sua decisione di lasciare la guida della diocesi di Sassari.

Don Mosè, l’ha manifestato più volte al clero barbaricino, preferirebbe uscire subito di scena e comunque nei tempi tecnici – che variano da 4-5 mesi fin quasi a un anno – richiesti al nunzio apostolico in Italia, alla Congregazione per i vescovi e, quindi al Papa, per individuare il nuovo presule. Ma Francesco potrebbe chiedere a Marcia di continuare a fare, all’ombra dell’Ortobene, il “parroco dei parroci”: la salute lo consente e non ci sono controindicazioni ambientali – scarso feeling col clero – da consigliare il cambio della guardia immediato nella cattedra di Santa Maria della Neve. La fatica più grossa è ormai alle spalle. Nel mese di novembre 2017 il vescovo ha concluso a Budoni e Brunella la visita pastorale alle 46 parrocchie della diocesi. Un’esperienza profonda, coinvolgente, che ha fatto diventare veramente “nuorese” un presule arrivato – a detta di molti – con troppa “cagliaritanità” addosso. Marcia ha dedicato un’intera settimana a ogni centro abitato, un parroco tra la gente più che un monsignore con mitria e pastorale. Anche il nervosismo di qualche sacerdote, coinvolto nel valzer dei trasferimenti, è ormai venuto meno, convertito alla regola, aurea per i vescovi, che l’arrivo in una parrocchia genera nei preti nuovi entusiasmi e voglia di aggiornamento. Un altro motivo per continuare è il desiderio di veder completati e inaugurare i restauri della cattedrale e dell’episcopio, opere progettate da Marcia fin dal suo arrivo a Nuoro nella primavera del 2011. Certo anche lui, come tutti gli altri vescovi sardi, deve fare i conti con la crisi delle vocazioni: i sacerdoti diocesani sono 72 (87 nel 1991), 12 i religiosi, 8 i diaconi permanenti. E con il calo delle frequenze alla Messa domenicale, che alcuni parroci stimano non superiore al 10 per cento. Non fanno testo in questo conteggio le feste patronali che richiamano pellegrini da ogni angolo della diocesi. Marcia ha tentato di regolamentarle invitando a destinare collette e offerte non a ecatombe di maialetti, ma ad aiutare i poveri. Nome del futuro vescovo di Nuoro? Almeno 4-5 preti episcopabili sono già al vaglio della nunziatura pontificia in Italia, proposti dai singoli vescovi diocesani e dalla Conferenza episcopale sarda. L’ultima parola sarà del Papa, che potrebbe chiedere anche il parere del cardinale Angelo Becciu.

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