La Nuova Sardegna

Nuoro

Provincia al voto a ottobre nel segno dei nodi irrisolti

di Giusy Ferreli
Provincia al voto a ottobre nel segno dei nodi irrisolti

La giunta regionale ha fissato il termine delle elezioni per il 15 del prossimo mese Amministratori perplessi: «Pochi fondi e molte competenze. Legge da rivedere»

18 settembre 2018
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NUORO. Le elezioni provinciali si avvicinano e a meno di un clamoroso rinvio, il secondo, sono state fissate per il prossimo mese. Una delibera di giunta regionale del 5 settembre stabilisce il termine per l’elezione della nuova assemblea provinciale entro il 15 ottobre. Una data ravvicinata che pone non pochi problemi per la costituzione delle liste ma che viene vista come una svolta necessaria dopo la lunga gestione commissariale affidata dal 2015 a un amministratore straordinario e la legge di riforma degli enti locali del 2016. Le fibrillazioni, tuttavia, non mancano. Andrea Soddu, sindaco di Nuoro registra un problema di fondo.

«Da un lato – sottolinea il primo cittadino del capoluogo – c’è l’esigenza di tornare alla politica dall’altro però la legge così come è fatta taglia fuori una miriade di sindaci il cui mandato scade entro i 18 mesi dalle elezione. Si pone dunque un grande problema di democrazia. C’è poi il rischio che con una Provincia svuotate delle risorse i sindaci, non eletti, saranno ritenuti i responsabili per le risorse che non saranno in grado di dare ai cittadini». Il poco tempo a disposizione per tessere alleanze e le modalità non sembrano entusiasmare gli amministratori locali che sono i principali protagonisti di questa tornata elettorale.

Saranno infatti i consigli comunali, tramite il complicato sistema del voto ponderato, e non più i cittadini a eleggere la nuova assemblea provinciale e il presidente. «Le gestione commissariali devono finire e se per farlo bisogna andare al voto con questo sistema va bene» osserva Daniela Falconi, sindaco di Fonni, che pone un altro problema, quello del voto ponderato. Un termine burocratico che sta a indicare che i consiglieri dei centri più grandi pesano più di quelli dei paesi più piccoli. «Nel nostro caso – osserva Falconi – i comuni sono 74. Se quelli principali, Nuoro, Oliena, Dorgali, Lanusei e Tortolì, si mettono d'accordo potrebbero fare pure l'asso pigliatutto. Ma la cosa peggiore è che le province tolte, rimesse, ritolte, rimesse hanno un sacco di competenze, pochissimi soldi e i cittadini non possono decidere chi va a rappresentarli». La delibera che verrà seguita da un decreto della presidenza è però rimasta sotto traccia tanto che alcuni amministratori come il sindaco di Siniscola Gianluigi Farris sino a ieri non ne sapeva nulla. «Non è arrivata nessuna comunicazione ufficiale non sapevo nulla ma tant’è ». Superata la galleria di “Corre ‘e boi” che divide il nuorese dall’Ogliastra, l’imminente scadenza elettorale non viene vista di buon occhio. Il territorio, rimasto orfano del proprio ente intermedio dopo una breve parentesi di autonomia verrà “riannesso” alla provincia di Nuoro. «Certo le elezioni sono sempre un esercizio di democrazia ma, ora che dobbiamo tornare armi e bagagli a Nuoro le salutiamo con poca allegria» commenta il sindaco di Lanusei Davide Burchi. C’è poi da scegliere il presidente. Il candidato ideale? Per Burchi «deve essere autorevole e l’autorevolezza passa per la condivisione ma soprattutto deve avere tempo per svolgere bene il suo ruolo». Da Tortolì, altro capoluogo della defunta provincia ogliastrina Massimo Cannas se la prende con i tempi strettissimi. «La scadenza per presentare le liste è fissato al 21 settembre. Credo – dice – sia necessario un rinvio».



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