La Nuova Sardegna

Nuoro

Consigli e prescrizioni contro la febbre del Nilo

Consigli e prescrizioni contro la febbre del Nilo

Nuove ordinanze dopo i casi di uccelli infetti in città, a Posada e a Macomer Tola: «Nessun allarmismo». Ledda: «È necessaria la collaborazione di tutti»

19 settembre 2018
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NUORO. Una cornacchia grigia nella pineta di Ugolio e un piccione in viale Kennedy, in città; un’altra cornacchia grigia nel piazzale del Poliambulatorio di Macomer, in località Nuraghe Ruiu; una tortora a Posada, località S’iscrocca. Tutti positivi alla febbre del Nilo. Dopo i recenti casi registrati nelle campagne Pratosardo e Corte, di Siniscola e Ottana, l’allarme virus resta alto. Già una settimana fa, i sindaci di Nuoro e Siniscola, Andrea Soddu e Gianluigi Farris, avevano emesso una ordinanza per l’adozione di “misure di prevenzione e di controllo delle malattie trasmesse da insetti vettori e in particolare della west Nile disease”. Ora intervengono anche i sindaci di Posada e Macomer. «Dalla Asl mi hanno riferito di aspettare la conferma definitiva (da parte dell’Istituto zooprofilattico di Teramo) e di evitare ogni allarmismo» spiega il primo cittadino di Posada Roberto Tola. «Se la positività sarà confermata, anche noi emetteremo un’ordinanza con tutte le prescrizioni del caso» dice.

È di ieri mattina, invece, l’ordinanza firmata dalla vice sindaco di Macomer Rossana Ledda a seguito della comunicazione del dipartimento di prevenzione del servizio veterinario. I divieti per far fronte alla presenza invasiva delle zanzare, vettori del virus, coinvolgono tutti i privati cittadini, ma anche le attività artigianali, industriali, agricole. A tutti si chiede di adottare dei comportamenti in grado di non attirare gli insetti: evitare l’abbandono, definitivo e temporaneo, di contenitori di qualsiasi genere nei quali si possa raccogliere l’acqua piovana. In caso di presenza di contenitori atti al raccoglimento di acque da innaffiamento o piovane, la prescrizione è quella di procedere allo svuotamento oppure, in alternativa, alla chiusura degli stessi con rete zanzariera o apposito coperchio. Ancora, l’ordinanza prescrive il trattamento dell’acqua presente in tombini, griglie di scarico e pozzetti di raccolta delle proprietà private, utilizzando prodotti di efficacia larvicida oppure, anche in questo caso, sigillandoli. Taglio delle sterpaglie e rimozione di rifiuti vari per evitare il ristagno delle acque meteoriche, svuotamento di fontane e piscine non in esercizio o eseguire trattamenti adeguati. Alle attività imprenditoriali che possono accumulare materiali in spazi aperti, si chiede l’utilizzo di teli impermeabili o, in caso di non adempimento, la disinfestazione da praticare entro cinque giorni dall’avvenuta precipitazione. Stessa misura per i cantieri che eseguono lavori all’aperto. Ai conduttori di orti, serre e alle aziende agricole si chiede particolare attenzione alle procedure di innaffiamento, sempre in maniera da evitare l’accumulo e il ristagno dell’acqua. Insomma, la linea dettata è quella di mettere in atto procedure in grado di evitare la formazione e la proliferazione di focolai larvali. (sergio secci e giulia serra)

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