La Nuova Sardegna

Nuoro

Casa di riposo-lager, la testimone: «Sugli anziani lividi e ustioni»

Valeria Gianoglio
Casa di riposo-lager, la testimone: «Sugli anziani lividi e ustioni»

Nuoro, il racconto dei testi al processo per maltrattamenti nella struttura di via Aosta. La polizia: «Ripresi dai video»

20 settembre 2018
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NUORO. «Molti di noi non si spiegavano i lividi, le ustioni, i tagli che trovavamo in alcuni anziani ospiti della struttura. E poi avevamo notato che alcuni di loro avevano cambiato atteggiamento: si scansavano per nulla, manifestavano paura, avevano segni sul viso, sulle braccia. Alcuni ospiti avevano paura di entrare nella doccia, qualcuno aveva riportato ustioni, anche se ci avevano detto che era una dermatite. Altri avevano paura persino di andare a letto. Avevamo notato, insomma, che c’era qualcosa che non andava, in alcuni turni. E poi notavamo un grande utilizzo dei mezzi di contenzione. Alcuni, lo avevo fatto notare, erano legati come salami». Risponde decisa alle domande del pm Giorgio Bocciarelli, l’operatrice socio-sanitaria Sara Corrias, e ha, soprattutto per alcuni episodi, una vera memoria di ferro. È lei, ieri mattina, la teste chiave, per l’accusa, al secondo processo nato dalle indagini sulla casa di riposo di via Aosta.

Il primo processo, quello per la morte di alcuni pazienti, si è concluso nei mesi scorsi con la condanna in primo grado a 5 anni della direttrice Rosanna Serra per l’accusa di “abbandono di incapace” aggravato dall’evento morte, e assolta invece dal capo di imputazione più lieve di somministrazione di farmaci scaduti. In questo secondo processo, invece, Rosanna Serra, difesa dall’avvocato Francesco Lai, è a giudizio insieme a un ex ausiliario della casa di riposo di via Aosta, Genci Nikay, difeso dall’avvocato Annamaria Musio, per il reato di maltrattamenti nei confronti di alcuni anziani ospiti della residenza di via Aosta prima del maggio 2016.

Rosanna Serra è accusata non di aver commesso direttamente i maltrattamenti veri o presunti ma di non aver vigilato in modo adeguato perché non accadessero. «Io l’avevo messo al corrente, la Serra, dei lividi, dei mezzi di contenzione usati quando non si doveva – racconta ieri la teste ed ex lavoratrice della residenza, Sara Corrias – le avevo detto anche che c’era un signore che dai lividi sembrava un panda. C’era un’altra ospite, invece, che aveva avuto una frattura alle costole e nonostante questo la stavano legando con una fascia addominale, e tiravano la fascia. Ne ho parlato, insomma, e se ne parlava tra di noi, di queste cose. C’erano state fratture, lussazioni, persone piene di lividi. La Serra mi aveva detto che avrebbe fatto qualcosa perché non le piaceva che volevamo mettere in cattiva luce gli altri Oss».

«Le risulta che Rosanna Serra avesse fatto una riunione per discuterne e avesse deciso di prendere provvedimenti sistemando anche alcune telecamere?», chiede alla teste, l’avvocato Lai. «Sì – dice la Oss – c’era stata una riunione, lei diceva che voleva capire e non voleva questo clima di dissidi tra noi». Ma a quanto pare non aveva fatto in tempo a farle piazzare perché poco dopo era stata arrestata. Per l’accusa, tuttavia, Rosanna Serra sapeva tutto ma non aveva fatto nulla per fermare i maltrattamenti sugli anziani all’interno della struttura che dirigeva: botte, abuso di mezzi di contenzione, violenze sugli anziani affetti anche da diverse forme di demenza. L’avvocato di Nikaj, Annamaria Musio, attraverso una domanda alla teste, ha ricordato che per alcuni anziani, l’utilizzo di sponde e altri sistemi di contenzione, era necessario per evitare fratture e cadute pericolose che poi si erano davvero verificate. «Le telecamere che avevamo sistemato nella struttura avevano ripreso tutto – ha raccontato, dal canto suo, l’ispettore della polizia, Roberto Sechi – a farci indagare erano state le rivelazioni di una fonte confidenziale». Il processo proseguirà il 17 gennaio.

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