La Nuova Sardegna

Nuoro

Dighe piene e Torpè al limite: così l'acqua rischia di finire in mare

La diga Maccheronis a Torpè
La diga Maccheronis a Torpè

L'Enas sta monitorando la situazione e prospetta l'ipotesi se arrivassero subito le precipitazioni invernali

21 settembre 2018
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TERPÈ. Con le intense piogge estive nell'Isola, il livello dell'acqua nelle dighe è salito notevolmente, tanto da attestarsi mediamente al 70% della capacità d'invaso. L'Ente acque della Sardegna (Enas) sta monitorando la situazione 24 ore su 24 perché se e arrivassero subito le precipitazioni invernali la risorsa idrica in eccesso dovrebbe essere gettata in mare.

Nel frattempo su indicazione della Protezione civile, del Distretto Idrografico e del Servizio nazionale dighe, l'Enas ha iniziato il piano di rilascio controllato delle acque di piena (cosiddetta laminazione) nella diga Maccheronis a Torpé, dove ieri 20 settembre hanno suonato le sirene per avvisare la popolazione dell'apertura delle paratie. «Si tratta di un piano di rilascio già programmato per l'inizio di ottobre - ha detto il presidente dell'Enas Giovanni Sistu -, ma le previsioni del tempo annunciano piogge anche nei prossimi giorni e così abbiamo anticipato un pò i tempi. Interveniamo per evitare che si verifichino situazioni di pericolo come è successo nel novembre del 2013 con il ciclone Cleopatra».

E c'è un altro invaso in Sardegna dove sono iniziati i piani di rilascio, questa volta per scopi irrigui: si tratta della diga cantoniera del comune di Busachi. «È uno dei più grandi bacini Europei e sicuramente il più grande in Italia - sottolinea ancora Sistu -. La stagione irrigua è in corso, ma se sarà necessario faremo rilasci più consistenti nei prossimi giorni».

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