La Nuova Sardegna

Nuoro

Ottana, sos degli operai: «Smantellano la fabbrica»

Federico Sedda
Ottana, sos degli operai: «Smantellano la fabbrica»

La denuncia dei lavoratori dello stabilimento polimeri che si vorrebbe rilanciare .Accuse alla Regione e ai sindacati: «Non hanno fatto altro che supportare Clivati»

21 settembre 2018
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OTTANA. «I cavi elettrici degli impianti di Ottana Polimeri sono oggetto da mesi di continui smantellamenti al punto che l’impianto di produzione di acido tereftalico è stato completamente privato delle linee elettriche principali tanto da essere ormai inutilizzabile». A denunciare la situazione di totale incuria e abbandono in cui si trova l’ex stabilimento chimico del gruppo Clivati-Indorama sono gli ex operai licenziati che, in una nota, accusano ancora una volta la Regione di non essere stata in grado di impedire l’addio al sito da parte dell’azienda, né di mantenere viva una qualche possibilità di ripresa. «È ormai palese – si legge nel documento dal quale traspare la disperazione per la perdita del lavoro – che l’imprenditore, sul quale per anni hanno scommesso la politica locale e i sindacati, sia da tempo irreperibile, mentre lo stabilimento è in uno stato di totale abbandono. Il tutto a dispetto delle ampie assicurazioni che l’assessore all’Industria, Maria Grazia Piras, diede agli operai davanti ai cancelli circa il suo impegno affinché dalla fabbrica non venisse portato via neanche un bullone». Gli ex lavoratori, attualmente iscritti nelle liste Naspi dell’ufficio di collocamento, puntano il dito anche contro i sindacati. «Le tre sigle sindacali – sottolineano nella nota – in questi anni non hanno fatto altro che aiutare Paolo Clivati a perseguire il suo unico obiettivo: ottenere dal governo l’essenzialità per la centrale elettrica senza, però, vincolare i contributi pubblici alla continuità produttiva degli impianti».

Così, secondo gli ex operai, nel giro di pochi anni si è arrivati alla chiusura di Ottana Polimeri e di Ottana Energia con il licenziamento di circa 400 lavoratori che ormai si sentono abbandonati. «Dobbiamo purtroppo prendere atto – osservano nella nota – che attualmente non arrivano notizie su un impegno della Regione per la nostra vertenza. A questo punto l’unica cosa da fare è pretendere che gli impianti passino a Invitalia in modo da essere tolti dalle mani degli speculatori e dei venditori di rame e di cavi elettrici».

I lavoratori si rivolgono, infine, al sindaco di Ottana, Franco Saba, «l’unico ad avere creato un nuovo fronte di rivendicazione per il territorio ottenendo anche alcuni finanziamenti», e al presidente del Consorzio industriale provinciale, Piero Guiso. «A loro – conclude la nota degli operai di Ottana Polimeri – chiediamo di predisporre un progetto finalizzato al nostro rientro al lavoro utilizzando i fondi regionali così come è stato fatto in altri casi in Sardegna». La speranza, insomma, per questi lavoratori licenziati, è l’ultima a morire, ma stavolta sembra davvero ridotta al lumicino.



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