La Nuova Sardegna

Nuoro

L’aquila Tepilora si perde: recuperata a Muravera

Sergio Secci
L’aquila Tepilora si perde: recuperata a Muravera

Bitti, disavventura per uno dei cinque esemplari liberati nel parco regionale. Appello dell’Ispra: «Fondamentale la collaborazione della popolazione» 

22 settembre 2018
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BITTI. Dei cinque esemplari di aquila di Bonelli che nei giorni scorsi hanno lasciato la grande voliera all’interno del parco regionale Tepilora, la più intraprendente è stata sicuramente l’omonima... “Tepilora”, che non appena riacquistata la libertà, nel suo giro di perlustrazione, è arrivata sino al capo di sotto è trovatasi in difficoltà, è stata recuperata dagli agenti del Corpo forestale e dai tecnici dell’Ispra in un cannetto. Forse stanca o disorientata, la piccola aquila è stata dapprima trasportata al Centro di recupero della fauna di Monastir e, considerate le sue buone condizioni di salute, stavolta via terra, ha fatto ritorno alla voliera di Crastazza, dove si è riunita con gli altri quattro aquilotti denominati “Abbaluchente”, “Helmar”, “Posada” e “Nurasè”.

La liberazione dei primi cinque esemplari dell’aquila del Bonelli è la fase cruciale del progetto europeo «Aquila a-Life», che reintrodurrà in Sardegna una specie ormai estinta e di grande pregio naturalistico.

Una volta terminato l’ambientamento, la gabbia è stata quindi aperta, le aquile sono rimaste appollaiate sul portellone di uscita e dopo circa 30 minuti i quattro primi esemplari giunti in Sardegna hanno spiccato il volo, seguite a distanza di qualche ora dalla più giovane, “Nurasè”. Tutto sotto l’osservazione attenta degli esperti dell’Istituto superiore per la ricerca ambientale (Ispra), dell’agenzia sarda Forestas e dell’associazione naturalistica spagnola Grefa.

«Gli spostamenti delle aquile sono tutti tracciati grazie ai trasmettitori gps collocati sul dorso degli uccelli – spiegano gli esperti dell’Ispra –. Utilizzando un micropannello solare che ne ricarica la batteria, ogni cinque minuti il datalogger gps/gsm invia informazioni sulla posizione delle aquile, così i ricercatori possono, in tempo reale, analizzarne gli spostamenti».

Il tasso di mortalità dei rapaci nel primo anno di vita è molto elevato. «In questa fase le aquile di Bonelli devono affrontare sfide decisive – sottolineano i ricercatori – riconoscere i pericoli di origine naturale e antropica, imparare a cacciare e spostarsi nel territorio in maniera autonoma». Tante le insidie, sono buone invece le previsioni sugli aspetti nutrizionali delle aquile. «Nutrirsi non sarà un problema per le Bonelli, predatrici abili ed adattabili in grado di catturare in volo corvidi e colombi, mentre a terra le prede abituali sono piccoli mammiferi e rettili». L’appello dell’Ispra va alla popolazione locale, a cui viene chiesta «massima collaborazione, attenzione e rispetto delle aquile che si stanno già spostando attraverso l’isola».

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