La Nuova Sardegna

Nuoro

JERZU 

L’Istituto Businco perde l’autonomia scolastica

JERZU. Se fosse un campionato, sarebbe la serie cadetta. Il nuovo anno scolastico avviato ormai da qualche giorno, infatti, vede l’Istituto di istruzione superiore Businco di Jerzu perdere l’autonomia...

22 settembre 2018
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JERZU. Se fosse un campionato, sarebbe la serie cadetta. Il nuovo anno scolastico avviato ormai da qualche giorno, infatti, vede l’Istituto di istruzione superiore Businco di Jerzu perdere l’autonomia strenuamente difesa nel corso degli anni. Studenti sotto la soglia delle 400 unità, sia pur di poco. Ma tant’è. Numeri che offrono forse chiavi di lettura differenti, ma che nella sostanza confermano i fatti: gli studenti fanno altre scelte. Con il risultato che tutti conoscono. Come se ne esce, dunque, per riportare il Businco e i suoi quasi sessant’anni di storia ai fasti di un tempo? «Offerta formativa di qualità, servizi scolastici adeguati, fattori esterni che non influenzino il buon andamento del sistema scolastico».

Lo sostiene con decisione Antonio Piroddi, dirigente dell’Istituto superiore Leonardo da Vinci di Lanusei, a cui spetta la reggenza del Businco e la dirigenza del comprensivo di Jerzu. Eppure, a livello nazionale, è confermato il trend di crescita dei licei, scelti dal 55,3% dei ragazzi Cosa dunque non ha funzionato? Critica la riflessione di Piroddi: «Forse va rivisto in maniera differente anche il ruolo del docente che dovrebbe andare ben oltre l’aspetto impiegatizio. E forse – sottolinea – ci si è un po’ seduti sui risultati ottenuti. Leggo un po’ di lassismo, in questo senso. Manca un’attività didattica progettuale rispondente alle attuali esigenze degli studenti. Su questo bisogna lavorare». Questioni di soldi? «Assolutamente no. I progetti, però, bisogna presentarli e devono essere innovativi, tecnologicamente al passo e adeguati». La chiosa è per le istituzioni: «Un’amministrazione deve essere attenta alla sua scuola e questo significa che deve essere presente. Sono comunque fiducioso. A raccogliere aspetti negativi ci vuole un attimo. A costruire positività serve più tempo». (c.c.)

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