La Nuova Sardegna

Nuoro

Archeologico, via alla rivoluzione

di Valeria Gianoglio
Archeologico, via alla rivoluzione

Il museo da oggi chiude per lavori di riallestimento. Previsti sale studio, nuove teche, tecnologia e logo

24 settembre 2018
3 MINUTI DI LETTURA





NUORO. Alla fine del percorso di lavori, operai, cantiere e riallestimento in grande stile al primo piano dell’ottocentesco palazzo Asproni, anche la celebre “Sisaia”, fiore all’occhiello del museo archeologico nazionale di Nuoro, avrà una sua nuova e decisamente più degna collocazione: anziché l’attuale sistemazione dello scheletro della prima età del Bronzo – adagiato sul fondo di una vetrina che in parte ne falsa la percezione – i resti dell’anziana donna scoperta in una domenica di primavera del 1961 dal gruppo grotte nuorese nella valle di Lanaitto – potranno essere ammirati in tutta la loro misteriosa bellezza all’interno di una teca attorno alla quale ci si potrà girare intorno e leggere, grazie a una didascalia chiara e comprensibile a chiunque, i suoi quattromila anni di storia e altrettanti interrogativi. A cominciare da quella trapanazione cranica subìta e perfettamente riuscita. «Alla fine dei lavori anche Sisaia avrà una nuova “casa”, ma i lavori al museo archeologico nazionale che sono appena cominciati, in realtà, fanno parte di un progetto molto più ampio di ripensamento dell’intero museo per renderlo fruibile a tutti, più moderno e aperto anche al territorio e alle sue realtà». Trentatrè anni, olbiese di nascita, un lungo curriculum di studi ed esperienze di lavoro post laurea, Stefano Giuliani è, dalla fine di dicembre del 2017, il funzionario responsabile del museo archeologico nazionale di via Mannu. E ha le idee piuttosto chiare sul futuro, anche immediato, dei tesori che custodisce lo storico palazzo Asproni.

«Il museo che ho in mente – spiega – il museo al quale punta questo riallestimento è un museo dal taglio divulgativo e dinamico, e dalla comunicazione semplice, che non sia pensato solo per specialisti, ma che sia aperto alla città e alle realtà del territorio con le quali abbiamo già cominciato a dialogare. Nel museo riallestito, dove i reperti verranno spostati al primo piano attualmente in corso di sistemazione, tra le altre cose, dedicheremo uno spazio, ad esempio, ai lavori di scavo del nuraghe Tanca manna. E poi, al termine dell’opera, il museo sarà dotato di nuove vetrine, di spazi espositivi adeguati, di una sala convegni ma anche di uno spazio salotto, con la macchinetta per il caffè, e di aree per i bambini. Stiamo cercando anche un logo che ci identifichi».

Una piccola grande rivoluzione, dunque, che a partire da oggi causerà la chiusura del museo al pubblico per le prossime tre settimane: riapre ai visitatori lunedì 15 ottobre. Con gli operai al lavoro, del resto, sarebbe impossibile lasciarlo aperto. La prima fase dei lavori, finanziati dal ministero, sarà completata entro dicembre e prevede l’adeguamento degli impianti al piano terra. Poi, in una seconda fase, arriverà la sistemazione del primo piano, finora vuoto, per renderlo adatto a ospitare le nuove sale espositive. I reperti archeologici verranno spostati proprio lì, probabilmente già dalla prossima primavera e ad accoglierli troveranno vetrine e teche decisamente più adeguate rispetto a quelle attuali. «Questi lavori – spiega ancora responsabile del museo, Stefano Giuliani – serviranno a rendere meno “domestico” lo spazio che attualmente ospita i reperti. Vogliamo riappropriarci della dignità architettonica dell’edificio e rendere tutto più fruibile. Vogliamo che chi visita il museo archeologico possa uscirne arricchito e possa godere di una comunicazione più agile e dinamica grazie alle tecnologie digitali e ai pannelli esplicativi».

Il nuovo decreto

«La mannaia sul Superbonus devasterà tantissime vite»

di Luigi Soriga
Le nostre iniziative