La Nuova Sardegna

Nuoro

Crisi comunale, confronto decisivo per Soddu

di Francesco Pirisi
Crisi comunale, confronto decisivo per Soddu

La minoranza: «Torniamo al voto». Daga: «Sono tutti in corsa per un posto al sole a Cagliari»

24 settembre 2018
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NUORO. Le dimissioni degli ultimi due assessori della giunta Soddu aprono uno spiraglio alla soluzione della crisi. L’azzeramento è stato infatti chiesto dai sardisti per risedersi al tavolo, dopo avere aperto a luglio il contenzioso con il sindaco e la parte restante della maggioranza. Tanto che già da in questi giorni potrebbe esserci il confronto decisivo. A maggior ragione se il primo cittadino dovesse accettare di rimettere in discussione anche la carica del presidente del consiglio comunale, Fabrizio Beccu (lista Scegliamo Nuoro), del commissario del consorzio universitario, Fabrizio Mureddu (indicato sempre da Soddu) e del presidente dell’azienda trasporti Atp, assegnata a Stefano Flamini, che è espressione dello schieramento Ripensiamo Nuoro, di Seddone, Musio e Zola. Se il fronte di guerra interna potrebbe essere superato, si avvicinano battaglie con l’artiglieria pesante da parte delle opposizioni. Idealmente sono sempre arroccate in quella parte della sala consiliare che nell’ultima seduta hanno occupato e lasciata solo a tarda sera, per contestare la scelta del presidente Beccu di chiudere la seduta dopo il ritiro della delibera sugli equilibri di bilancio, decisa dal sindaco Soddu. Delibera ancora da approvare, perché condizionata dal parere negativo dei revisori. Oggi la minoranza la riporta all’attualità, con il consigliere Leonardo Moro, per dire: «Gli stratagemmi non si contano più. Pur di stare in sella si gioca con le scadenze di legge, si asautora il consiglio comunale, si negano i gravi problemi in seno alla maggioranza e ora si utilizza lo stantio metodo delle dimissioni pilotate». Questa e non altra, per l’ex esponente del Pd, la natura della decisione degli ultimi due assessori di lasciare la giunta. Il seguito di Moro è strettamente in linea con l’attacco: «Si devono dimettere per davvero e lasciare spazio a forze volenterose in grado di salvare una città diventata chiusa, sporca e grigia». Stessa richiesta ad Andrea Soddu da parte di Pier Luigi Saiu, fresco iscritto alla Lega di Salvini: «Qui c’è un problema di democrazia, considerato che il sindaco non ha i numeri per continuare, ma non molla la poltrona. La fascia che indossa non è sua. È nostra, è di questa città e la deve restituire».

Della cancellazione del punto sulla delibera finanziaria anche Saiu ne fa il grimaldello per l’offensiva al primo cittadino: «Non può essere tollerato che si eviti di esaminare provvedimenti importanti perché non si hanno i numeri per approvarli. Ora il sindaco è rimasto da solo, con in capo qualcosa come 30 deleghe». L’ex assessore del Bilancio, Tore Daga, in sella con la giunta Bianchi, allarga il campo dell’analisi: «L’obiettivo finale della regia (quella delle trattative per ricostruire la maggioranza, ndc), è legato alle prossime regionali e alla possibilità di avere un posto al sole a Cagliari. Legittimo, intendiamoci, ma solo dopo aver dimostrato capacità amministrativa e di governo, che sono latitanti nel caso della giunta di Nuoro».

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