Nelle campagne del Marghine scatta l’allarme per i ladri d’uva
Tore Cossu
Diversi vigneti della zona sono stati visitati nottetempo dai soliti ignoti che hanno sottratto numerosi quintali di grappoli
25 settembre 2018
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MACOMER. Nelle campagne del Marghine è scattato l’allarme per i ladri d’uva. Negli ultimi giorni diversi vigneti della zona sono stati visitati, infatti, dai soliti ignoti che hanno deciso di portare via diversi quintali di uva pronta per essere macinata e trasformata in vino. è un fenomeno, questo, che si ripete con puntualità quando arriva il periodo della vendemmia.
Durante l'ultima settimana sono state prese di mira quattro vigne situate in diversi centri del Marghine. Qualche vigna è stata completamente alleggerita di tutti i frutti. Più fortunato, naturalmente si fa per dire, un vignaiolo che ha il podere ai lti della strada statale 129 al quale sono stati portati via ''solo'' un paio di quintali di uva pregiata.
Naturalmente l’uva rubata è destinata a finire sotto i denti delle macine per poi essere trasformata in vino. Per i proprietari si tratta, dunque, di un’amara sorpresa dopo tanti mesi di duro lavoro che proprio in questi giorni stavano preparando gli arnesi per la vendemmia. Quello dei furti d’uva è un fenomeno che si ripresenta puntuale in questo periodo. Un male atavico che va ad aggiungersi agli altri problemi che ogni anno attanagliano i coltivatori.
«Non bastavano le malattie che colpiscono la vite – dicono i vignaioli – ci volevano solo i ladri di uva a compromettere tutto e vanificare il duro lavoro di un anno». Si tratta di un pericolo in più, insomma, per i produttori che da ora in avanti dovranno guardarsi bene oltre che dagli uccelli, dai cinghiali e dalle volpi, anche dagli uomini che senza scrupoli fanno man bassa di uve pregiate e di qualità. Negli anni scorsi episodi analoghi si sono verificati anche nell'agro di Borore, e poi a Bortigali e Macomer.
Durante l'ultima settimana sono state prese di mira quattro vigne situate in diversi centri del Marghine. Qualche vigna è stata completamente alleggerita di tutti i frutti. Più fortunato, naturalmente si fa per dire, un vignaiolo che ha il podere ai lti della strada statale 129 al quale sono stati portati via ''solo'' un paio di quintali di uva pregiata.
Naturalmente l’uva rubata è destinata a finire sotto i denti delle macine per poi essere trasformata in vino. Per i proprietari si tratta, dunque, di un’amara sorpresa dopo tanti mesi di duro lavoro che proprio in questi giorni stavano preparando gli arnesi per la vendemmia. Quello dei furti d’uva è un fenomeno che si ripresenta puntuale in questo periodo. Un male atavico che va ad aggiungersi agli altri problemi che ogni anno attanagliano i coltivatori.
«Non bastavano le malattie che colpiscono la vite – dicono i vignaioli – ci volevano solo i ladri di uva a compromettere tutto e vanificare il duro lavoro di un anno». Si tratta di un pericolo in più, insomma, per i produttori che da ora in avanti dovranno guardarsi bene oltre che dagli uccelli, dai cinghiali e dalle volpi, anche dagli uomini che senza scrupoli fanno man bassa di uve pregiate e di qualità. Negli anni scorsi episodi analoghi si sono verificati anche nell'agro di Borore, e poi a Bortigali e Macomer.
