La Nuova Sardegna

Nuoro

Torpè, riprendono i lavori fermi da sei anni nella diga

di Sergio Secci
Torpè, riprendono i lavori fermi da sei anni nella diga

Risolto il contenzioso tra il Consorzio di bonifica e la ditta appaltatrice Maltauro Nel 2013 lo straripamento provocò la morte di una persona e danni per milioni

28 settembre 2018
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TORPÈ. Entro due anni la diga Maccheronis sarà messa in sicurezza. Ieri mattina nell’aula consiliare del Comune di Torpè si è finalmente posto fine a una vicenda che ha paralizzato per cinque anni i lavori. Sarà la stessa Maltauro a occuparsi di rendere efficienti le paratie che, assieme allo scarico di fondo, permetteranno di svuotare rapidamente l’invaso in caso di nubifragi.

L’impresa di costruzioni aveva abbandonato il cantiere prima dell’arrivo del ciclone Cleopatra (che provocò la morte di una donna a Torpè e danni per milioni di euro) per un contenzioso con il Consorzio di bonifica. Le opere, che prevedevano anche di portare la capienza a 35milioni di metri cubi, erano rimaste incompiute e c’è voluto molto tempo per ricucire il rapporto con l’opera di mediazione tra Consorzio, Enas, assessorato regionale ai Lavori pubblici e Maltauro. Alla fine ha prevalso il buon senso e le opere potranno andare avanti, anche se per il momento ci si limiterà a far funzionare le paratie, demolire l’avandiga (recuperando mezzo milione di metri cubi d’acqua) e ricostruire la strada sullo sbarramento che collega le due provinciali. Per aumentare la capienza, sarà invece necessario un nuovo progetto in virtù anche dei nuovi calcoli sulle ondate di piena resesi necessarie dopo la disastrosa alluvione del novembre 2038 che provocò milioni di euro di danni e proprio a Torpè la morte di una donna. «Si tratta di un opera importante per tutto il territorio – ha detto il presidente del consorzio Ambrogio Guiso – La richiesta d’acqua per scopi non solo agricoli è in continuo aumento e negli ultimi anni a causa della siccità, abbiamo dovuto procedere a razionamenti. Sin dal nostro insediamento abbiamo cercato di ricucire i rapporti con la Maltauro e siamo soddisfatti per l’accordo raggiunto».

«Proprio il ciclone ha dimostrato che la diga staticamente è sicura – ha spiegato Giovanni Sistu di Enas – Il bacino raccoglie 200 milioni di metri cubi e le opere devono essere in piena efficienza. Oltre alla diga, si completerà anche il sistema di monitoraggio a monte con idrometri e pluviometri per mettere a punto il piano di laminazione dinamica». Mario Uras, capo di gabinetto ai Lavori pubblici, dice che la Regione ha i fondi «sia per mettere in sicurezza tutti i bacini sardi, sia per completare i lavori del Maccheronis, dove dovrebbero essere sufficienti gli 1,8 milioni già disponibili». Senza le paratie funzioni, la diga può essere svuotata solo con lo scarico di fondo, insufficiente però in caso di piene eccezionali. «I lavori permetteranno di mettere in sicurezza le nostre popolazioni – ha detto il sindaco di Torpè Omar Cabras presente all’incontro assieme al collega di Posada Roberto Tola – e di raggiungere finalmente in sicurezza il territorio dall’altra parte del fiume. Il lago tornerà anche ad essere un luogo di svago fruibile da residenti e turisti».

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