La Nuova Sardegna

Nuoro

Fallisce l’assalto al Postamat

di Kety Sanna
Fallisce l’assalto al Postamat

Mamoiada, commando cerca di far saltare lo sportello con l’esplosivo ma fugge a mani vuote

07 ottobre 2018
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INVIATO A MAMOIADA. È stato un risveglio da incubo quello di ieri mattina per gli abitanti di Mamoiada. A un giorno dall’incendio doloso che ha distrutto tre mezzi di proprietà dell’imprenditore Giuseppe Muggittu, una forte esplosione, alle 4 in punto, ha scosso i residenti di piazza Europa, raggiungendo anche le case all’estrema periferia del paese. La “banda del bancomat” ha colpito ancora nel cuore della Barbagia, seppur in modo fallimentare e i due episodi, ravvicinati tra loro, potrebbero essere legati. I malviventi sono entrati in azione aiutati dal buio e dall’assenza di testimoni: sistemata la bomba (confezionata probabilmente con esplosivo da cava) sullo sportello automatico Atm Postamat, hanno atteso il botto. Che è arrivato in pochi minuti, causando enormi danni alla struttura blindata, alle porte e all’interno degli uffici.

La deflagrazione però, non è riuscita a scardinare la cassaforte contenete il denaro e comunque dotata del dispositivo che macchi le banconote in caso di forzatura. I banditi sono dovuti scappare a mani vuote lasciando l’ufficio postale in tutta fretta per non essere acciuffati dai carabinieri che, sentito il boato, si sono fiondati in strada. Giunti in piazza Europa, a pochi passi dalla chiesa parrocchiale e dal Museo delle maschere, i militari si sono trovati davanti la struttura del Postamat ancora “fumante” e quasi completamente distrutta, con pezzi di lamiera e vetro che ricoprivano gran parte della strada. La caccia all’uomo è partita immediatamente.

Si ipotizza che il commando fosse formato da quattro o cinque uomini. L’impianto di videosorveglianza dell’ufficio postale dovrebbe aver ripreso ogni momento dell’assalto e potrebbe ora fornire elementi preziosissimi per le indagini. Bisognerà però attendere che la società metta a disposizione i video.

«Pariat chi ne rughiat sa domo (sembrava venisse giù la casa)» racconta ancora spaventata un’anziana che vive proprio difronte alla palazzina delle Poste. Gonna lunga e nera, capelli raccolti in uno chignon, ferma in strada guarda da distanza i movimenti attorno alla struttura danneggiata e commenta l’accaduto con un altro vecchietto del paese: «Bene atu! (ben gli stà)» aggiungono entrambi soddisfatti, quando scoprono che i banditi sono scappati senza denaro. A pochi passi dal bancomat distrutto, la direttrice giunta in paese da qualche ora, fa una stima dei danni cercando di calcolare il tempo che occorrerà per rimettere in funzione l’ufficio. «C’è tanto da fare anche all’interno. Qui lavoriamo in due – dice la donna visibilmente scossa dall’accaduto – e non è la prima volta che succede». L’ultima colpo messo a segno all’ufficio postale di Mamoiada risale all’aprile del 2013. La tecnica usata un’altra. Allora un commando di tre uomini armati di fucile e vestiti da guardie giurate, erano riusciti ad impossessarsi di circa 4mila euro contenuti in una cassetta di sicurezza. Cinque anni fa per introdursi nello stabile di piazza Europa i malviventi avevano adottato il “metodo” dell’ariete. Con le braccia di un muletto, sfondata la vetrata blindata, avevano creato un varco: uno dei banditi era entrato negli uffici poi era scappato portando via il misero bottino.

Ieri mattina gli inquirenti hanno interrogato diverse persone. Poi hanno atteso l’arrivo del furgone dell’Istituto di vigilanza che ha portato via il denaro contante ancora presente in cassa.

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